Skenderija. Studentski Dom (la casa dello studente). Abbattuta, non è stata ricostruita. Skender Pascià fu un Bey del Sangiaccato di Bosnia nel XV secolo.
Una trincea scavata all’interno di un cimitero in periferia.
Linea del fronte in periferia
Verso il quartiere Buća Potok, dove è posta la discarica cittadina. Nel dopoguerra in molti vi si recavano a rovistare soprattutto tra le macerie scaricate dai camion della Forza IFOR – SFOR per recuperare materiali utili alla ricostruzione.
La foto riassume lo spirito e l’ironia propri di Sarajevo mai venuti meno anche nei momenti piu bui e che hanno aiutato la città a non soccombere. Il cartello recita: “VI PREGO! PORTATEMI IN DISCARICA”
Linea del fronte in periferia.
Ostello della Gioventù. Dopo i primi mesi di guerra non esistevano più vetri alle finestre. Frantumati dai proiettili o dalle onde d’urto. Erano sostituiti da fogli di plastica o da pesanti incerate trasparenti fornite dall’UNHCR, l’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati.
Mezzi IFOR all’interno della Caserma Tito. La IFOR (Implementation FORce) sotto comando NATO, ha iniziato il proprio mandato il 20 dicembre 1995. Compito principale era quello di tradurre in pratica la parte militare degli accordi di pace, che riguardavano il ritiro degli eserciti all'interno della linea inter-etnica, lunga 1.400 chilometri. La IFOR, in quel primo anno del dopoguerra, contava 60.000 soldati. Dopo le prime elezioni nel settembre del 1996, la missione della IFOR era formalmente conclusa, ed il 20 dicembre 1996 ebbe inizio il mandato della Stabilization FORce o SFOR, sottoposta a comando ONU. Compiti della SFOR erano: impedire escalation di ostilità o nuove minacce alla pace, assicurare un clima necessario alla continuazione del processo di pace, appoggiare le strutture della amministrazione civile secondo le possibilità. Gli effettivi sono passati dai 32.000 del 1996 ai 7.000 del 2004. Dal 2004 il controllo è garantito dall’UE presente sul terreno con la EUFOR (EUropean FORce).
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In gran fretta sono svanite le tue speranze
ed in cenere sono ridotte le tue ricchezze
Povero Popolo Jugoslavo, come ti hanno ingannato!
Qualunque cosa avessi scelto, chiunque avessi votato,
eri gia stato comunque condannato!
Milena Cubraković
Belgrado 1994
DOPOGUERRA
Dopo la fine dell'assedio a Sarajevo furono elencati come distrutti o danneggiati: 63 moschee; 40 masijd; 7 cortili; 4 mausolei; 14 monumenti islamici; 11 chiese cattoliche; 28 monasteri; 5 chiese ortodosse; 3 sinagoghe; 46 tra musei, teatri e ponti, 6 hotel; 60 edifici pubblici; 10 abitazioni di Imam; 127 palazzi pubblici e ville; 8 scuole; 4 parchi.
ALIPASINO, MOJMILO - BULEVARD - CIMITERI - CULTO - DOBRINJA - DOPOGUERRA - GRBAVICA - HRASNO -
KOSEVO - KOBILJA GLAVA - MARIJN DVOR - MILJACKA - PARCHI, GIARDINI - STARI GRAD - TRANZIT - TRIO
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