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Sarajevo dalle colline di Vraca. Qui erano posizionate le artiglierie del Generale Mladić. Sono ben visibili il Parlamento, la Presidenza, le torri UNIS e decine di altri obiettivi sensibili..
Tra Centar e Stari Grad. In primo piano, a fianco del verde edificio del Papagajo i quattro torricini della Sinagoga con il Museo Ebraico; poco sopra le inconfondibili “cipolle” della Basilica Ortodossa e poco a destra , la Cattedrale. A fianco di quest’ultima era collocata l’antica Sinagoga. In poche centinaia di metri troviamo i luoghi di culto delle principali religioni monoteistiche.
Dalle colline: la facoltà di legge, il palazzo della posta ed il teatro nazionale. A sinistra Pofalici, a destra i palazzi di Ciglane. Nel 1861 a Sarajevo fu spedito il primo telegramma. Il palazzo della Posta venne realizzato nel 1913. All’inizio dell’assedio su di un suo muro comparve la frase (volutamente minacciosa): QUI SIAMO IN SERBIA! Prontamente apparve la replica: QUI SIAMO ALLA POSTA, COGLIONE!
Dalla bretella del Tranzit lungo le colline di Vraca: di fronte i quartieri di Mejtaš, Bjelave e Koševo. Dalle colline le artiglierie serbe avevano alla loro mercè ogni angolo di Sarajevo.
Il Boulevard verso Dolac Malta. Il Tranzit è una bretella di circonvallazione ricavata dal vecchio tracciato ferroviario a scartamento ridotto che collegava Sarajevo a Belgrado. Dietro il cartello si intravede il campanile della chiesa di San Giuseppe. Sul cartello stradale si avvisa della presenza di cecchini (snajper). L’attraversamento allo scoperto degli incroci esponeva ad altissimi rischi e la regola raccomandava di “mai attraversare per terzi”; il primo allertava il tiratore, che aggiustava il tiro sul secondo sparando poi sul terzo e cercando di ferirlo solamente. I soccorritori, erano quindi dei facili bersagli. Mentre i militari dovevano essere uccisi, per i civili si ordinava di ferirli possibilmente alle ginocchia o alle gambe. Un invalido, rispetto ad un morto, gravava molto di più sul tessuto sociale.
La vecchia stazione di Ilidža, in passato era la principale stazione della città. Oggi è un capolinea del tram. Da questa stazione, in stile alpino, partiva la linea a scartamento ridotto (750 mm) che collegava Sarajevo a Belgrado da dove poi si proseguiva per Sofia, Salonicco ed Istambul. La linea venne costruita dagli Austriaci ed inaugurata nel 1882. Il piccolo treno era amichevolmente chiamato “Ciro”; quando fu dismesso, a Sarajevo molta gente pianse. Oggi parte del suo tracciato è utilizzato dal Tranzit, una circonvallazione sopraelevata che lascia la città dopo la stazione di Bistrik
L’insegna bilingue della stazione di Ilidza. Nel 1910 Vienna avviò in Bosnia un Censimento in cui venne anche chiesto quale fosse la lingua correntemente usata. Risultò che a Sarajevo si parlavano ben 48 lingue!
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TRANZIT
La preghiera di Sarajevo - Sarajevski Molitva
Ti supplico gran Dio, per la tua divinita' , togli dal mondo gli Animali!
Possa restare tutta intatta la specie dei gatti, la mia miseria possa restare, pero' .
togli gli Animali.
E non toccare la specie dei cani, non toccare gli uccelli, soltanto ti prego, Dio misericordioso .
togli gli Animali.
Togli gli Animali, dai declivi dei colli, toglili. Togli gli Animali, ti scongiuro, Signore .
ma non toccarmi il maiale e il cinghiale, non toccare l' usignolo, ne' il variopinto canterino di casa.
Non toccare nulla di cio' che e' bello da guardare! Non toccare nulla. Ma comunque
togli gli Animali.
La formica non toccare, e trascura il bestiame,
ma gli Animali . toglili.
Dai pendii, sovrastanti le citta' , toglili.
Dal mondo, dove li hai collocati, toglili.
Toglili, Signore, e aiutali, Signore. Nessuno, tranne te, li puo' aiutare.
Non c' e' per loro posto o stanza in alcun luogo, in questo e nell' altro mondo né casa né fondamenta.
Toglili, Signore da questo e dall' altro mondo.
Allontanali, e aiutali.
Abdulah Sidran - Sarajevski Tabut
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