EVENTI FERMANI
Seri, ironici, tragici, comici.
"I bei tempi non ci sono mai stati"
(Il mio nome è Nessuno)
Notizie e storie, costume e colore. Sguardi su di una società a cavallo tra due secoli.
ATTRAVERSO IL FONDO RIVISTE DELLA BIBLIOTECA CIVICA "ROMOLO SPEZIOLI" FERMO
1931
Atto di coraggio
Domenica scorsa, circa le 13,30,
proveniva dallo stradone de! Duomo verso Piazza V. E. un cavallo imbizzarrito
trainante un carretto con sopra due soli bambini. Il giovane Alessandro
Ruggieri che si trovava nel luogo e previde l'orrenda fine che sarebbe
aspettata alle due innocenti creature, non curante del pericolo, riusciva da solo
a frenare l'indomito cavallo salvando i bambini terrorizzati da sicura morte e
riportando escoriazioni al ginocchio e alle mani.
Segnaliamo l'atto coraggioso del
Ruggieri al quale va data lode e riconoscenza
6 Giugno 1931 - Cronaca sportiva
Domenica scorsa sul Campo
Sportivo Comunale la Fermana batteva la US di Ascoli con 9 a 0. La squadra
fermana era così composta:
Tombolini; Bernardini, Diadori,
Polenta, Varallo, Interlenghi, Sagripanti, Bugari, Tosi 1°, Novembre,
Cavazzoni. Arbitro: Beppe Rossi.
20 Giugno 1931 - Orologeide
Finalmente; dopo anni di silenzio
è stato riabilitato l'orologio del Duomo che oggi è tornato a battere il tempo
con i suoi rintocchi sonori, udibili da tutta la città. Benissimo!
L'orologio di piazza si è
ripulito nei connotati, dandosi la candida cipria come una signorina ammodo.
Benissimo! Sarà più visibile, di giorno e di notte, da tutti gli affaccendati e
sfaccendati che circolano per la piazza.
Ma c'è un altro orologio che non
è certo il modello della cronometria ed è affetto da un cardiopalma cronico per
cui, a volte, affretta i rintocchi, confondendo i quarti con le ore e
provocando uno squilibrio nelle faccende domestiche dei vicinati, a volte tace
affatto i suoi sonori battiti, distruggendo qualsiasi nozione del tempo.
È il decrepito orologio della
Torretta che... attende una salutare iniezione Voronoff. Non si potrebbe chiamare, per le cure del
caso, lo specialista che ha risuscitato l'orologio del Duomo?
Gli abitanti del rione S.Caterina
ne sarebbero oltremodo grati.
20 Giugno 1931 - Restauri nel tempio di S.
Francesco
Abbiamo accennato in un piccolo
spunto di cronaca scorsa che il centenario Antoniano si sarebbe celebrato nella
nostra Città a restauri compiuti nel tempio di S. Francesco.
Siamo in grado oggi di comunicare
le notizie più dettagliate sulla qualità dei lavori.
II restauro iniziato, prima di
tutto è il punto di partenza verso la realizzazione del desiderio di ridonare
alla magnifica costruzione ogivale del
Tempio duecentesco, fino a dove sia possibile, il suo antico splendore
artistico.
Esso si sta svolgendo per la
sistemazione dei tre finestroni gotici della cappella di S.Antonio di Padova e
degli altri tre di quella della Madonna del Soccorso.
Lo studio e compilazione del
progetto tecnico-artistico sono dovuti al concittadino ing. Lorenzo Mancini, Vice-podestà del Comune. Egli, con molta competenza e
passione, ha assolto al mandato
ed il progetto ha ottenuto la piena approvazione in ogni sua parte della
Sovraintenza delle Belle Arti residente in Ancona.
I finestroni, dell'altezza di
sette metri ciascuno avranno 1’intelaiatura in ferro battuto, egregia opera
realizzata dal concittadino Mario Bracalenti, distinto
artista del genere e l'applicazione dei vetri colorati così detti “cattedra”
L'importo dei lavori aggirerà
intorno alla cifra di 26.000 lire e la Comunità dei Religiosi francescani che
regge il bellissimo tempio, ha fiducia che la cittadinanza vorrà concorrere in
qualsiasi maniera in questa opera di restauro che tende a ridonare alla nostra
città, nello stile primitivo uno dei suoi più antichi ed artistici monumenti
cristiani.
4 Luglio 1931 - Nella marina Palmense
Par rendere sempre più ridente
questo lembo di spiaggia adriatica, un comitato, appositamente costituito,
svolgerà durante questo mese un vasto programma di festeggiamenti. Saranno accordati speciali concessioni sui
servizi automobilistici pubblici Fermo-Ascoli, M.Rubbiano - Porto S. Giorgio, Carassai - Porto S. Giorgio.
Saranno organizzate anche gite alla sorgente
dell'acqua «Spadana».
4 Luglio 1931 - Quei monelli!
Alcuni monelli, da qualche tempo,
vanno scambiando le porte e le mura delle case (vedere per esempio le vie:
Marchetto Morrone, Regina Amalasunta, Bertacchini, Francesco Sforza) per le
pagine dei quaderni scolastici dove vogliono pupazzettare le proprie
composizioni elementari, e vi designano su, col gesso e col carbone, sgorbi,
figure, parole scurrili ed altre impertinenze calligrafiche. Dato che nessun
Cimabue si preoccupa di scovare il genio di questi Giotto in erba, non
sarebbe meglio che alcuno desse loro una tiratina d'orecchi, mentre stanno
lordando le mura? qualche guardia, per esempio ?
16 Luglio 1931 - Quattro chiacchiere sul Girfalco
Tante città consorelle, che si
trovano sotto la sferza canicola di questi giorni, argomentano sulla
opportunità di adornare qualche angoletto con un po' di verde, fresco ed
ombroso, dove bimbi possano giocare sotto lo sguardo vigile dei nonni, dove
servette e vecchi pensionati possano rifugiarsi a leggere il giornale o a
rievocare le memorie del passato.
Noi fermani, che abbiamo il privilegio di avere in cima alla città, a 319 metri sul livello del mare e a poca distanza dal mare stesso una suggestiva spianata adorna di ombre e di fiori dominata dalla magnifica cattedrale, non abbiamo mai abbastanza apprezzato questo luogo delizioso, incanto ed ammirazione di tanti forestieri anche provenienti dall'estero.
Molti ci hanno detto che è troppo lontano e c'è, per arrivarci, una salita sudorifera; eh, via! Sono scuse sciocche. Il regalo dell'aria balsamica, che lassù si gode, e la visione dell’ampio e davvero stupendo panorama, è un compenso più che prodigo alla lieve fatica dell'ascensione.
Altri ci hanno riferito che il Girfalco è tenuto male specie nella parte sua più bella, prospiciente l’Adriatico, con quel polverone fastidioso che ingombra il terreno. Questa ragione è in parte vera; anzi sapendo che ci sono delle prese d'acqua comode per innaffiare questa metà del Girfalco e per rimediare quindi tale inconveniente, ci siamo recati a chiedere spiegazioni al custode il quale si è giustificato.
L 'innaffiatura delle piante in questione, per raggiungere lo scopo, dovrebbe avvenire verso le18, ora in cui l’evaporazione prodotta dal caldo, è ridotta ai minimi termini; orbene, sè provato qualche volta a quest'ora ad innaffiare i viali, ma son piovute mille proteste da parte di quelli che già vi godevano il fresco, perché disturbati dalla funzione idraulica che, naturalmente, solleva un pò di polvere e allettati da quel sentimento di pigrizia, caratteristica di noi fermami; ed allora si è stati costretti di smettere del tutto l’innaffiatura dando adito alle proteste degli altri che, sopraggiunti verso le 19 per passeggiare trovano il polverone, specie se i bambini giuocano a palla.
Inoltre abbiamo visto i poveri
pini vandalicamente massacrati dalle
sassate dei monelli; ci siamo recati al Parco della Rimembranza, ed in quel
luogo sacro alla memoria dei concittadini caduti in guerra, abbiamo letto un
cartellino in cui si taccia di vigliacchi e spudorati certi ladri ignoti che,
di nottetempo hanno sradicato e portato via molte piantine esotiche che
avrebbero dovuto in un tempo non lontano abbellire con i loro bei fiori le
aiuole.
Ed allora abbiamo concluso che il
pubblico, per la valorizzazione del Girfalco, dovrebbe essere più educato e che
il custode dovrebbe far sentire la sua autorità, coadiuvato dalle Guardie
comunali.
Se, verso le 18, s'innaffiano i viali, i frequentatori del Girfalco avranno la pazienza di trasferirsi per cinque minuti in un'altra zona e poi riprenderanno il posto se invece si rimane inchiodati sul sedile e si protesta, allora vale un cavolo che si faccia ogni sforzo per mantenere in uno stato decente la bella spianata.
Gli altri, i monelli e i ladri, discendenti legittimi dei vandali, che non sanno abituarsi al rispetto dei fiori e delle piante dovrebbero essere tassativamente puniti quando venissero colti in fallo, senza fare la voce grossa che... lascia il tempo che trova.
Abbiamo fatto questi rilievi, animati dalle più rette intenzioni; ci dispiacerebbe. assai però se con essi si raggiungesse un risultato pari a quello raggiunto dopo uno spunto di cronaca di poche settimana fa.
Le porte e i muri di certe nominate vie, già insudiciate dai monelli con figure, espressioni volgari ed impertinenze poco cavalleresche — forse per il solito spirito della contraddizione — sono più lorde di prima, in barba a qualunque regolamento sulla nettezza urbana.
perché allora verrebbe proprio la
voglia di dire : Fate sempre peggio tanto avrete anche il premio!
1 Agosto 1931 - Cose utili a sapersi
La validità del segno di croce
nelle cambiali agrarie.
La validità del segno-croce sulle
Cambiali è stata ufficialmente riconosciuta con l'art. 7 del T. U. 29 luglio
1927, n. 1509, con tutti gli effetti di una firma. La validità è limitata alle
cambiali normali, e per quelle di valore non eccedente le lire cinquemila,.
Il legislatore ha imposto delle
formalità atte ad accertare la volontarietà e la consapevolezza dell'impossibilitato
o dell'illetterato nell’atto che, col crocesegno, crea a se stesso una
obbligazione cambiaria. A tal uopo è
prescritto che il segno di croce sia, sul titolo stesso, controfirmato da due
testi capaci ad intervenire in atti pubblici, con firma che deve essere
autenticata (e l’autenticazione è gratuita) o da un Notaio o dal Podestà, o dal
Giudice Conciliatore del luogo.
1 Agosto 1931 - Ancora sul Girfalco
Il numero del nostro giornale,
che recava alcuni rilievi sul Girfalco, era già in macchina quando è giunta al
Direttore una lettera con preghiera di pubblicazione.
Noi abbiamo già segnalati gli
atti vandalici dei quali parla l'anonimo cittadino e speriamo, specialmente ora che i frutti dei pini sono
stati colti con molta gioia dei bimbi e relative sgridate minaccie in tono
maggiore e minaccie con la scopa degli addetti alla raccolta, che non si
ripetano più e venga represso ogni ulteriore tentativo dei recidivi.
Ecco il trafiletto testuale,
pervenutoci sotto il titolo di : Vandalismi
Da qualche tempo tutti quelli che
si recano al Girfalco, gloria e vanto della nostra città, a respirarvi l'aria
salubre e balsamica e ad ammirare l'incantevole panorama che si dispiega allo
sguardo da parte e del mare e del monte, debbono assistere impotenti allo svolgersi
di atti quanto mai incivili e disgustosi. Di tanto in tanto gruppi di
giovinastri che chiamerei però irresponsabili ed incoscienti si accaniscono
contro le piante dei pini che adornano
il luogo di fianco alla chiesa per farne cadere i pinocchi o pinoli; a
tale scopo lanciano contro le povere piante calci e pedate terribili, prendendovi
la rincorsa, ciottoli e pietre di ogni dimensione; svellono perfino i
sedili di pietra per servirsene come proiettili da lanciare contro le piante,
danneggiandone così e lacerandone gravemente la corteccia, a detrimento del
loro sviluppo e vigoria, a detrimento dell'ornato pubblico e della bellezza del
luogo.
Ora, non sarebbe possibile
impedire questo scempio? non vi è al Girfalco un custode preposto alla
conservazione delle piante e degli altri oggetti ivi esistenti? se vi è, perché
la sua vigilanza non è maggiore?
Per il decoro della nostra città
e per ragione di civiltà e di educazione cittadina, mi auguro che le
biasimevoli azioni
non abbiano a ripetersi.
Grazie dell'ospitalità
Un Cittadino
29 Agosto 1931 - Violento nubifragio
Domenica scorsa, circa le 19 in
un attimo il cielo si coperse di nere nubi cariche di elettricità. Poco dopo si
scatenò un violento nubifragio che si rivolse in uno scambio continuato ed impressionante
di saette e di bagliori tra i cupi nembi, senza però che si verificasse il
minimo danno e senza che la terra arida beneficasse di una buona pioggia.
5 Settembre 1931 - Al Girfalco
Nello spiazzale prospiciente
il mare, all'ombra dei secolari
pini finalmente lasciati in pace dai
vandali, il polverone accumulato e moltiplicato
con quello portatovi dalle strade rastrellate continua a
fare bei servizi, sollevato e agitato dal vento, con grande delizia dei
viandanti che si trovano a prendere un
po' d'aria, e degli
abitanti nelle case lungo il viale di S. Savino.
Ma che si aspetta, per sistemare
una buona volta quella zona, il problematico intervento di Giove Pluvio (e le
prime avvisaglie sono giunte) o l'avvento anticipato della stagione invernale,
quando non ce n'è più bisogno perché sul Girfalco, per il freddo,
non salisce
più anima viva?
La costatazione di questo
inconveniente l'abbiamo fatta da un pezzo. È in un altro numero del giornale,
ma ...
mangia cavallo che l'erba cresce.
Acciderba che razza di
testardaggine !
26 Settembre 1931 - Per la sistemazione del Rione S.
Caterina
Dai competenti Uffici tecnici,
prima di iniziare i lavori di consolidamento del rione S.Caterina già da noi
annunciati, si vengono facendo qua e là, nella zona minacciata, assaggi di
trivellamento del suolo, per stabilire la funzione delle acque sotterranee che
sarebbero la causa del lento franamento del terreno e delle conseguenti lesioni
dei fabbricati.
Speriamo che anche questo imporri
tante lavoro di consolidamento venga tenacemente ed alacremente portato a
termine, perché le case lesionate destano veramente un po di apprensione agli
abitanti.
4 Novembre 1931 - Segnalazioni stradali Urbane
Con delibera podestarile si è
provveduto alla disciplina stradale lungo il corso Vittorio Emanuele e Corso
Cavour e vie conseguenti.
Il prescritto segno indicatore a
colori per il giorno e luminoso per là notte, è stato posto lungo il corso
Cavour
all'imbocco del largo Fogliani.
7 Novembre 1931 - Nel Cimitero
Un assiduo, in merito alle nostre
parole spese nel numero ultimo a favore dell'abbellimento artistico del
Cimitero, ci ha scritto ieri richiamando
la nostra attenzione sullo spettacolo poco edificante, offerto anche quest'anno
ai visitatori della città dei morti, di cumoli di seccumi sparsi qua e la o
addossati a spigoli, di carta straccia seminata dovunque, di vecchie ghirlande
di metallo cadute in terra, e concludendo che sarebbero bastate con poca spesa
e molta resa due donnette munite di
capaci sacchi, per togliere quello sconcio, deplorato anche da molti altri che
hanno a cuore il decoro cittadino.
Noi giriamo il lamento; ma non possiamo esimerci dall'affermare che molto dipende dal poco rispetto, dalla poca o nessuna abitudine al sentimento di educazione civile, che i cittadini hanno, non solo per il fatto specifico del cimitero ma per tutto quello che è ornamento pubblico, Bisognerebbe quindi che, oltre a un provvedimento che dovrebbe prendere i competenti uffici predisposti alla tutela delle cose pubbliche si verificasse una maggiore persuasione personale sul decoro pubblico.
Con queste due disposizioni si
potrebbe ovviare e allo sconcio, lamentato dall'assiduo, e ad altri
inconvenienti che si verificano purtroppo in tanti altri posti di convegno.
7 Novembre 1931 - Asfaltatura della strada Fermo - Porto San Giorgio
Nel bel discorso che S. E il
Prefetto comm. Giacone ebbe a tenere il 28 u.s. in occasione dell’inaugurazione
del nuovo Ospedale civico, si annunciò che ormai era un fatto compiuto la
decisione per l'asfaltatura della strada Fermo-Porto San Giorgio. Infatti il 27
u.s. presso l'Amm.ne provinciale in Ascoli si era svolta la gara d'asta I per
l'assunzione del lavoro di sistemazione e bitumatura della importantissima
arteria.
Parteciparono alla gara 11 primarie
Ditte; rimase aggiudicataria la Ditta ing. Lino Fagioli & C. che I ha fatto
il ribasso del 20 per cento riducendo così l'importo dell'opera a L.
550.000. L'ing. Lino Fagioli è un nostro
concittadino che per capacità dà la migliore garanzia. Compiute le formalità di
registrazione, la sistemazione e bitumatura della strada sarà iniziata e
condotta a termine rapidamente. Così nella estate del nuovo anno il transito
della frequentatissima via si svolgerà nelle migliori condizioni e del
terribile polverone rimarrà soltanto il ricordo.
Però il problema della polvere, nonostante qualche lettore abbia sorriso leggere il nostro spunto di cronaca comparso quando già il cielo imbronciato aveva spedito due raggi di neve granulosa, era rimasto lo stesso perché, domenica scorsa, per esempio, i poveri passanti che ebbero il coraggio a recarci alla strada nuova per riscaldarsi i piedi gelati nonostante l'aria gelata, godendo dello spettacolo della polvere sollevata dalle automobili di passaggio!
Poi e sopravvenuta la neve, largamente caduta e, per un po' di tempo, l’inconveniente sarà evitato
Ma al sopraggiungere del tempo
buono siamo sicuri che si ripeterà l'inconveniente deplorato, almeno che la
nostra città si ricordi finalmente di essere città ed incominci una buona volta
a tenerci a certe esigenze di città e finisca di far la parte di cieca e di
sorda, mentre tante altre consorelle si affannano per il miglioramento del
decoro cittadino e della pubblica igiene.
16 Aprile 1932 - Campionato di calcio U.L.I.C.
Domenica scorsa, nel Campo
sportivo comunale, in una partita, valevole per il campionato dell' U. L. I. C.
di prima categoria il G. S. Fontevecchia di Fermo ha battuto l’ U. S.
Elpidiense per 2 a 0.
Dopo il primo tempo, chiuso alla
pari, i calciatori del Fontevecchia sono
riusciti a portarsi in vantaggio per merito di Marchetti e Borghini che
segnarono rispettivamente al 32' della ripresa e a 5* dalla fine. La
competizione fu combattuta con molto onore.
7 Maggio 1932 - Voci del pubblico
Riceviamo
Caro Cronista : Nonostante l'intensa propaganda contro la tubercolosi e l'esistenza di un ufficio speciale di igiene, non si provvede ancora — o se si provvede in parte, sono tutti palliativi— a far cessare il fastidioso ed insalubre sollevamento della polvere per la strada nuova, da Porta S. Francesco fino a Piazza.
Domenica scorsa, nel pomeriggio, quando la povera gente si permetteva di far due passi per la detta via, ad ogni passare di autoveicoli, nuvole di polvere rallegravano la passeggiata domenicale, con immenso vantaggio dei polmoni e... dei vestiti. Non dico di lunedì mattina con quel ventarello!... Ma dunque non si trova modo e tempo di rimediare?
Il suo pregiato giornale si associerà, non ne dubito, alle mie deplorazioni, affinchè cessi finalmente con opportuni provvedimenti, lo spettacolo indegno di Fermo che se ci tiene ad essere città, ha diritto a certe esigenze di città.
Grazie ed ossequi. — Un suo abbonato.
Lo spettacolo, che l'egregio
abbonato ci segnala, l'abbiamo tante volte deprecato su queste colonne portando
molte e varie ragioni; ma... si è sordi... si è ciechi, forse perché
proprio la polvere acceca gli occhi di chi dovrebbe vedere e
provvedere. Qui a Fermo si è troppo
impassibili dinanzi ai problemi che riguardano l'igiene ed il decoro cittadino.
C'è, per esempio, quel Corso Cavour che, nel tratto specialmente vicino al
Palazzo di Giustizia, è diventato addirittura orribile. Intanto si dorme. Che
fossimo ancora sotto la gravitazione del destino, vaticinato da S. Giacomo
della Marca ?! ...
18 Giugno 1932 - Asfaltatura della strada nuova
I lavori d'asfaltatura procedono
alacremente e quanto prima, sul tratto della bella passeggiata, sarà per sempre
scongiurato il pericolo della polvere. Non rimane che ringraziare per questo
igienico provvedimento il quale pone fine ad un inconveniente tante volte
segnalato e stigmatizzato e pregare che il lavoro venga proseguito almeno fino
alla barriera di S.Francesco, dove insomma arriva il caseggiato, in modo che si
rimedi, una buona volta allo spettacolo antigienico della polvere. Quello
lavoro definitivo e compiuto in tutta la sua linea è la miglior lotta contro la
tubercolosi e tante altre malattie ed è una prova del modo con lui si tutela
l'igiene e il decoro della città.
23 Luglio 1932 - Sistemazione della strada nuova
L'asfaltatura della Strada nuova,
nel tratto Piazza-Galleria, che costituisce la più bella passeggiata della
città, è ormai un fatto compiuto. Non manca che l'ultima bitumatura, mentre
fervono i lavori di livellamento e di abbellimento del viale riservato ai
pedoni.
L'impresa non ha risparmiato
energie per compiere un lavoro solido e coscienzioso; soltanto ci ha
meravigliato un po il fatto che la
Direzione della Ferrovia elettrica A.F.A. non abbia aderito alla richiesta di
un concorso finanziario per la sistemazione della strada stessa dove poggiano i
binari, mentre per la sistemazione del Piazzale della Stazione a Porto S.
Giorgio ha contribuito con una discreta somma; non ricordando che il movimento
maggiore di traffico della Ferrovia stessa è dato proprio
dal tratto Fermo
(Piazza V. E.) Porto S. Giorgio.
23 Luglio 1932 - Illuminazione della Piazza
Al posto delle quattro lampade
antidiluviane preposte da tanti anni alla illuminazione della Piazza è stato
sistemato un ordine di cinque file di lampade abbinate che daranno diffusione
maggiore di luce e renderanno più simpatico il ritrovo centrale della città.
E... dopo andate a dire che Fermo non si muove !
23 Luglio 1932 - Restauri nel Tempio di S.
Agostino
I lavori di restauro decisi
dell'apposito Comitato Cittadino, procedono alacremente; già si sta conducendo
a buon punto la complessa fatica del cupolone, che era il più fatiscente.
L'iniziativa del Comitato! si
viene felicemente concretando e tutti i cittadini saranno lieti di vedere come
alle parole corrispondono i fatti e come le offerte raggiungano perfettamente
il loro scopo
Questa gara di cooperazione deve
moltiplicarsi, quasi da rivedere ripetuto l'esempio — dato in tempi remoti dai
nostri avi durante la costruzione di altra artistica chiesa della città — della
gara fra i fermani, quando i nobili patrizi davano generosi contributi, e i
lavoratori prestavano gentilmente la mano d'opera e le donne offrivano i propri
gioielli.
Lo zelo della Casa del Signore
continua ad ogni modo ad infiammare.
3 Settembre 1932 - Generoso atto di un Balilla
Il balilla Marcello Luciani di
anni 1 III, della nostra città, appartenente alla Colonia fascista dell'Ospizio
marino di Fermo in Porto S. Giorgio ha coraggiosamente salvato il
ragazzo Luigi Ciucani di anni 7, proveniente da una vicina località, che
stava per essere travolto nelle onde dando gravi sintomi di asfissia.
15 Ottobre 1932 - Nel Cimitero
Apprendiamo con piacere che
finalmente è stato esaudito un desiderio tante volte espresso dai cittadini che
sentono vivo
il culto per i morti.
La Ditta Ferruccio Calcinaro ha
completato l’impianto elettrico nel Cimitero e sta fornendo le tombe delle
famiglie che per ora si sono interessate all’apposizione di lampade avanti alle
lapidi o ai monumenti funebri. Siamo
sicuri che l'iniziativa sarà lodata da
tutti e che i superstiti, i quali
serbano memore affetto verso gli estinti, vorranno usufruire di questo nuovo
metodo di illuminazione in omaggio al ricordo dei loro cari, metodo che
garantisce la stabilità dell’accensione della lampada, la pulizia e,
conseguentemente il decoro del sacro recinto.
5 Novembre 1932 - Sistemazione del Viale Re Umberto
La Consulta municipale ha
deliberato le spese della sistemazione del piazzale che forma lo sfondo del
Viale Re Umberto con la bella prospettiva di S. Savino, e tanto il progetto, compilato dall'ingegnere comunale dott.
Manlio Silenzi, che la spesa sono stati approvati dalla Giunta provinciale
amministrativa.
In quell'ameno luogo, che è degno
accesso di Girfalco, si costruirà una terrazza panoramica, abbellita di aiuole,
di giuochi d'acqua, sarà riedificato il muro di sostegno, franato nel 1929 che
delimitava l'attuale giardinetto, e sarà rifinito con una artistica balaustra, la quale darà modo di ammirare lo splendido panorama
dei sibillini !
19 Novembre 1932 - Le disgrazie della strada
La settimana scorsa si ebbero a
deplorare tre incidenti che, fortunatamente, non hanno
avuto conseguenze funeste.
L'autista Monterubbianesi Antonio
di Luigi, di anni 70, da Fermo, aveva lasciato il suo camion in mezzo alla via S.
Filippo, ostruendo completamente il passaggio. Sopravvenne il
carrettiere Bottoni Giovanni, che doveva transitare con il suo carretto, carico
di legna; egli stava attendendo da più di un'ora l'arrivo dell'autista che gli avesse
lasciato la via libera, quando il giovane Chionni Carlo, sentite le
sue rimostranze, mosso a compassione, si accinse a manovrare il camion ma, poco
esperto, durante la manovra, urtò il conducente e il cavallo e fracassò il
carretto.
II malcapitato venne portato
all'Ospedale con una gamba fracassata.
Il motociclista Fortuna Saverio
fu Nazareno, di anni 25, da Fermo, percorrendo il Corso sulla sua moto-leggera
con una velocità da pista, nell'imboccare la forte curva della via Lattanzio
Firmiano, si vide ad un tratto slittare la macchina che si abbatté sopra di
lui, spezzandogli la gamba sinistra.
Dopo avere avuto i primi soccorsi dal dott. Illuminati, un'auto venne premurosamente messa a disposizione dall'autista Ricci Pietro, e trasportato al civico Ospedale.
Il giovinetto Carlo Francia di Giulio, di anni 11, da Fermo, mentre si divertiva a scorrazzare con la sua carriola lungo la discesa, sotto San Francesco, che imbocca la via dell' Orzolo, venne investito di fianco dal motociclista Pazzi Giuseppe di Monterubbiano
La velocità del motociclista non
era eccessiva, quindi le conseguenze non furono gravi.
II giovinetto Francia fu
ricoverato all'Ospedale per ferite lacero-contuse.
17 Dicembre 1932 - Un furto
Nel negozio di generi diversi,
del rione S. Francesco, gestito da una certa Arcangela, è stato perpetrato un
furto in denaro e in generi, mediante il praticamento di un foro nel pavimento
soprastante, circostanza che dà al furto il carattere di un lavoro in grande
stile
24 Dicembre 1932 - L’arresto del ladro nel negozio
di Arcangela
Demmo nel numero scorso notizia
del furto operato nel negozio di generi diversi gestito da una certa Arcangela
con circostanze in grande stile. Orbene la solerte attività del servizio di
pubblica sicurezza ha identificato il mariuolo,
autore del furto, un pregiudicato, da Francavilla d'Ete, il quale, più
volte indiziato come autore di vari reati commessi nel fermano, era sempre
riuscito con scaltrezza ad eludere le vigilanza delle autorità preposte alla
sicurezza pubblica.
Pertanto, attraverso un foro praticato nel superiore pavimento, nel negozio, aveva trasportato una certa quantità! di; lardo, formaggio, ciambelle dolci, una bicicletta, il danaro che si trovava nel cassetto del bancone ed un paio di scarpe, quasi nuove, del marito di Arcangela, le quali hanno dato la chiave per scoprire il ladro.
27 Maggio 1933 - Disgrazie mortali
Nel pomeriggio di lunedì scorso,
il manovale Enrico Luciani, che stava prestando l'opera sua in una scala in
costruzione nel Seminario Arcivescovile, nell’attraversare una tavola, perdeva
l'equilibrio e precipitava dall'altezza di circa 4 metri, battendo il capo su
una trave che stava per traverso nel basso. Soccorso prontamente e trasportato
nel corridoio, prima che arrivasse l'autoambulanza della Croce Bianca dopo
dieci minuti spirava.
Nella notte del 23 u. s. certi
Cecchi di Porto S Giorgio, Adolfo Mercuri, agente rurale e Vincenzo Rossi
calzolaio, di Fermo si recavano ad Ancona con una macchina da corsa. Nel
falsopiano di Porto S. Elpidio per non investire un pedone, l'auto andava a
cozzare nelle sbarre di ferro e rimaneva schiacciata. Il primo viaggiatore
riportava ferite multiple nel capo, il secondo proprietario della macchina ed
autista, aveva spezzata una gamba; il terzo veniva raccolto in gravi condizioni
e trasportato all’Ospedale di Fermo.
14 Ottobre 1933 - Per il decoro della città
Un elegante studio, che orna un
punto più frequentato della città, è stato ora aperto al Corso Vittorio
Emanuele
dalla Assicurazione « La Fenice ».
I mobili; e tutto l'arredamento
in stile classico richiamano l'attenzione dei passanti, ed alcune vetrine e
mostre dei vicini negozi dovrebbero ispirarsi a quel buon gusto, per il decoro
e l'estetica di questo centro.
14 Ottobre 1933 - L'orologio della Torretta
Non sapevamo che il rivolgimento tellurico,
provocato dai lavori di sistemazione di fogne e di asfaltatura potesse
provocare uno sconvolgimento nel macchinario dell'orologio della Torretta.
Infatti, in questi giorni di febbrile lavoro, in quella zona, il suddetto orologio ha perso le staffe; ha cominciato a correre avanti per quarto e, in via progressiva, fino ad un ora; poi fatto marcia indietro segnando e suonando le ore in ritardo e finalmente si è arrestato avvolgendosi nel più completo silenzio e tormentando il cervello dei poveri abitanti del Rione di S. Caterina i quali si domandano sempre che ora passi per il mondo, avendo perduto del tutto la nozione del tempo.
Bisognerà aspettare per un
ripristino dell'orologio in crisi che si completino i lavori della Via Roma o
g!i abitanti saranno autorizzati di mettere un orologio a sole, come nei tempi
patriarcali di venerata memoria.
21 Ottobre 1933 - Nel Rione S. Caterina
Sembra che lo spostamento
tellurico della via XX settembre, oltre che commuovere l'orologio della
Torretta fino a ridurlo al silenzio, abbia provocato uno scompiglio nella rete
elettrica, destinata ad illuminare via Brunforte.
Infatti, per tutto l'ampio
stradone, tre sole lampade sono rimaste a dar luce e con un barlume cosi fioco
da far rimpiangere i vecchi lampioni.
Novembre 1933 - Furto di lampadine nel cimitero
Ci viene segnalato l'increscioso
fatto, che si sta verificando nel Cimitero, del furto delle lampadine
elettriche che ardono
dinanzi alle tombe.
Dato che esse non possono essere usate per
illuminare altri ambienti, perché di voltaggio diverso, non si capisce proprio
la ragione di questo atto il quale, commesso in un luogo sacro, assume una
brutta forma che non onora certo gli autori del furto stesso, i quali, non
rispettando la memoria dei morti, danno a vedere non solo mancanza di rispetto ma
anche cattiveria di animo. Ci appelliamo
alle buone persone che frequentano il camposanto, perché vigilino e denuncino
questi fatti indecorosi ogni volta, che potessero essere colpiti in fragrante.
4 Novembre 1933 - L'orologio della Torretta
E chiuso ancora nel suo mutismo.
Gli abitanti del Rione S.Caterina ringraziano cordialmente perché si è
provvisto alla riparazione dell'orologio stesso, grati per le premure con le
quali, dopo reiterate preghiere rivolte per mezzo del nostro periodico si
attende a misurare il tempo delle loro faccende
30 Dicembre 1933 - Voci del pubblico
Continua la bassa tensione della
luce elettrica; alcune vie sono proprio ridotte al buio assoluto. Colpa
dell'applicazione di lampade a diverso voltaggio, ovvero c'è qualche cabina,
alimentatrice di una data zona, che poco trasforma, o sono a corrente alternata
elementi che dirigono l’illuminazione stradale ?... Mistero. Il pubblico si
persuade sempre più che non si bada al decoro cittadino e si pensa piuttosto a
lasciar andare il mondo come va. Ah !... quel San Giacomo della Marca ! ...
1937
27 Febbraio 1937 - Statistiche del Brefotrofio
Durante il mese di Gennaio 1937,
Anno XV, il Brefotrofio di Fermo ha assistito 74 lattanti illegittimi (età da
10 a 365 giorni) dei quali 73 allattati dalla madre naturale e uno da balia
mercenaria esterna per malattia della madre.
9 Gennaio 1938 - Nevicate
Si sono susseguite nella
setti-mana altre nevicate con temperatura minima di 6 gradi sotto zero.
Lodevolissimo il provvedimento del Comune per pulire subito le strade ed
agevolare così Il transito al pubblico.
9 Gennaio 1938 - Ancora furti
Il termometro dei furti ha
seguitato a salire, con grande timore della cittadinanza.
Sono continuati scassinamenti in luoghi pubblici e privati. Hanno subito danni i1 Cinema S. Carlo e le chiese S. Caterina, di S. Filippo e l’Oratorio di S. Monica.
Speriamo che la Pubblica
Sicurezza trovi il bandolo della matassa e riesca ad acciuffare la pericolosa
associazione a delinquere.
6 Febbraio 1938 - Segnalazioni
E’ stato qualche volta, anche su
queste colonne, lamentato lo sconcio che succede nello spiazzale Temistocle
Calzecchi e l'adiacente tratto del Viale Vittorio Veneto per causa dei carri
che continuamente vengono a rilevare i concimi nel magazzino del Consorzio
agrario.
Questo sconcio si va verificando ancora. Basta pensare e ricordare le ore 11,30 del giorno 1 febbraio u. s.
Le ragioni che spingono i passanti a deplorarlo sono due principali.
In questo largo, in certe ore, si vengono a trovare due treni elettrici o fermi sui binari o in manovra varii autobus di servizio pubblico, qualche automobile privata e poi.. questa fila di carri ingombranti.
Tutto ciò produce un ingorgo tale che i cittadini, i quali si trovano in dati momenti di tepore a godersi un po' di sole, bambini, mamme con le carrozzelle dei loro piccoli, studenti, professionisti, debbono stare guardinghi nonostante tutta la buona volontà della guardia comunale addetta a regolare il movimento del traffico.
Inoltre, dovendo i suddetti carri agricoli, per turno portarsi davanti la porta del magazzino per caricare i sacchi di concime debbono fare la fila ed aspettare parecchio tempo. Ed allora succede che il Largo, dedicato a un grande fisico italiano, e il Viale, sacro ad un nome storico della Grande Guerra diventano un vero mondezzaio, con grande delizia visiva ed olfattiva dei cittadini, anche se il povero Antò con occhio vigile, sondi i movimenti sospetti delle vacche e corra ai ripari per diminuire gli effetti delle liquide e e solide manifestazioni animalesche.
Quale impressione riceverebbe un forestiero che, capitato per la prima volta a Fermo e sceso appena dal tram o dall'autobus, vedesse tutto quell’ingombro sudicio?
Crediamo che scambierebbe subito Fermo per la famosa Roccacannuccia.
Preghiamo di voler fare una breve
riflessione sull’incidente, di non
passarci sopra e di fare come i cittadini, che purtroppo debbono passarci,
sopra a simili porcherie, indegne di un luogo di passeggio pubblico e di
ingresso alla piazza, centro, della città!
20 Febbraio 1938 - Nevicata
Dopo alcuni giorni di tepore
primaverile, il mese di febbraio ha voluto celebrare la passata metà del suo
corso con il regalare una nevicata farinosa, tanto per fare esercitare
l'equilibrio ai viandanti specialmente nelle strade in forte discesa, provati|
in resistenza fisica con sdrucciolamenti insidiosi e con
ineffabile melmetta, delizia dei callifili.
2 Marzo 1938 - Segnalazioni
Sull'esempio dell’Amm.ne della
Ferrovia Adriatico-Appennino che ha finalmente ridato una veste decente alla
sala di aspetto della stazione di Piazza Vittorio, tutti gli enti e signori
proprietari di palazzi e di stabili, e specialmente ubicati lungo le vie
principali, dovrebbero ricordarsi di dare una riassettata ed una ripulita ai
prospetti, ai portoni, alle imposte,
alle grondaie, che ancora rimangono nello status quo, nonostante le
grida emanate dal Campidoglio fermano. D'altra parte anche le varie
Amministrazioni dovrebbero pensate a definire certe questioni e a
curare di fare sparire certe brutture che stonano maledettamente con le più
elementari norme dell'estetica.
Per esempio, l'angolo della scarpata, prospiciente il Viale Vittorio Veneto, che confina con la Caserma dei RR. CC. dove sorge un canneto, pianta ornamentale proprio adatta per una passeggiata pubblica, non si sa come sia diventato. .
Guardare, osservare per credere. Così pure l'annoso problema della sistemazione del largo avanti la prospettiva di S. Savino, all'ingresso del Girfalco, è rimasto insoluto e non si trova la strada di renderlo solvibile, intanto la terra si sgretola e il senso estetico precipita con essa giù per la strada Nuova.
Speriamo che la nominata Commissione di vigilanza, guardando alla situazione del Girfalco, si voglia compiacere di preoccuparsi anche di questi altri inconvenienti in modo che la buona volontà dei privati cooperi alla sua iniziativa di dare alla squallida città una modesta linea di garbo e di grazia.
Tutta la notte di sabato scorso in occasione della festa dello «sparraccetto » accompagnata da danze (a proposito : è proprio normale questa mania di ballare anche a quaresima avanzata?!), da cene e da relative bacchiche libazioni, dalla Società Operaia, hanno rotto i timpani ai vicinati, impedendo a questi il giusto riposo, le grida insistenti, il baccano e ì canoni barriti degli alticci.
Se sono proibiti gli schiamazzi
notturni per le vie, non sono passibili di nulla questi sfrenati ed
interminabili chiassi,
prolungati sino alle ore piccole?
Non sarebbe ora di finirla di
disturbare la quiete pubblica con certe rievocazioni paganeggianti ?
Lungo la strada dei sobborghi,
con grande vantaggio igienico degli abitanti nelle case allineate ai Iati si
levano
già nuvoli di polvere ad ogni passaggio di autovetture.
10 Aprile 1938 - Atto onesto
Il mutilato di guerra Silenzi
Nazzareno, da Fermo, fattorino in servizio nel Consorzio agrario cooperativo di
qui, rinvenuto sopra il tavolo della sala di scrittura dell'Ufficio postale
centrale un portafoglio con lire tremila, lo consegnava immediatamente al
Direttore dell'Ufficio delle Poste.
Il detto portafoglio, oltre alla
detta somma in contanti, conteneva impor¬tanti carte personali ed era di
proprietà di Casali Goffredo, che lo ricercava con ansia e che lo ha riavuto
esatta¬mente dal direttore delle Poste dr. Fratalocchi. L'atto di limpida
onestà del mutilato Silenzi, ha destato il compiacimento dei galantuomini.
17 Aprile 1938 - Il tempo cattivo
La settimana scarsa e i primi
giorni dell’attuale si è avuto un improvviso forte abbassamento di temperatura,
seguito da pioggia, raffiche di vento e qualche fiocco di nere e scariche temporalesche.
La temperatura, che era salita a
parecchi gradi sì da provocare la fioritura dei peschi e dei mandorli, è scesa
fino a 5 gradi. Il dolce aprile ci ha ripiombato quindi in pieno inverno.
10 Luglio 1938 - Doveroso atto di un balilla
Il Balilla Del Papa Angelo
inscritto nella Legione O.B. fermana. Mentre transitava il Viale Trieste, vide
e raccolse un involto contenente lire 380 in contanti. Senza porre in mezzo
alcun indugio, conscio del suo dovere, il balilla consegnò la somma integra
alla guardia municipale di servizio.
Dopo poche ore, il proprietario
fu individuato e, mentre ritirava la somma espresse il suo compiacimento per la
educazione morale e civile che vie ne impartita alle nuove generazioni dalla
G.I.L.
24 Luglio 1938 - Lavori per la distribuzione
dell'acqua del Polesio
Il Commissario prefettizio,
riprendendo una pratica che sembrava a novembre scorso un fatto compiuto e
invece rimase morta appena nata, ha fatto iniziare i lavori di sterro per la
tubatura dell'acqua del monte Polesio che verrà distribuita in più fontanelle
nei vati rioni della città.
Così, fra qualche tempo, la
cittadinanza potrà finalmente bere l'attesa acqua di pura sorgente, mentre
l’acqua, sopraelevata dal sottosuolo potrà essere utilizzata per altri servizi
domestici ed industriali.
La posa della tubatura per la
fontanina del Largo Petruzzi è già compiuta.
3 Dicembre 1938 - Stroncare alle origini
Pareva, in certi momenti e in
certi luoghi, che i campi sportivi fossero trasformati in zona franca della
bestemmia e del turpiloquio. Con la scusa del “tifo” del gioco, troppa gente si
permetteva di venir meno alle norme, per lo meno, della buona educazione.
E ciò feriva tanto più la sensibilità della gente bennata, non diciamo solo cristiana, perché ai giochi accede tanta parte della nostra gioventù e il malvezzo rischiava di degenerare in mal costume, se lo si avesse ancora a lungo tollerato. Bestemmia e turpiloquio sono l’esponenza dell’incredulità e dell’immoralità, due pestilenze che vanno facilmente insieme per condurre in malora i popoli.
Ma ora i Prefetti ed il CONI hanno impartito severe disposizioni per rimuovere l’inconveniente: “Le autorità di PS eserciteranno la più efficace vigilanza, allontanando dai campi sportivi gli spettatori male intenzionati che si abbandonano al turpiloquio o ad atti indecorosi perturbando il disciplinato svolgimento della competizione sportiva. Ciò varrà a garantire che l’atmosfera nella quale lo sport deve agire non sia inquinata morbosamente”.
Ben detto! E non dubitiamo che sarà ben fatto!
Ma non è solo in questo campo che s’esercita quello che la “Tribuna” chiamò “cretinismo integrale” di certi giovinastri che vanno scarabocchiando qua e la in pubblici passeggi e sulle pubbliche vie “motti e disegni osceni”, magari dove più frequentano signore e bambini. Per cui il giornale romano incitava anche i cittadini ad unirsi agli agenti dell’ordine pubblico per pescare e reprimere questi vagabondi corruttori del buon costume e della gentilezza italica.
A Perugia poi, si sono scoperti dei giovinastri che smerciavano cartoline, dice il rapporto dei Carabinieri, “con immagini oscene e offensive alla Religione e di vilipendio alle persone”. Il vigile interessamento dell’Autorità in tutti questi campi merita ogni incoraggiamento, perché è in questo settore che vengono le più perniciose insidie alla sanità morale e perciò fisica delle nuove generazioni.
Murazio
ing. prof. Agostino presidente; Maffei Virgilio vice presidente; Seta dott.
prof. Marcello; Ciabò prof. Beniamino;
lammi Muzio; Galassi Ugo; Riccitelli
Umberto;Storar avv. Edoardo: membri.
10
Dicembre 1939 - Mania di
borse da Signora ?
In questi
giorni si è verificato più di un caso di rapimento di borse a Signore che
tranquillamente passavano nel rione di Campoleggio. Chi sarà questo
sconosciuto che si permette questi atti villani e si attacca alla scabinata speranza
di trovare qualche spicciolo e poi permette alle derubate di ritrovare le borse
vuote? Sarà qualche maniaco? Certo che non è affatto piacevole
tra lume e bruno sentirsi portare via un oggetto, per quanto non di valore né
contenente tesori.
Qualche
buona lezioncina in proposito non farebbe male.
10
Dicembre 1939 - Illuminazione
preventiva
Si
richiede che venga provveduto ad una
sufficiente illuminazione delle vie: Mura di Luigietto, Strada Nuova di
Sotto,
Teatri Antichi, Ognissanti e Vigilanza.
10
Dicembre 1939 - Nuovo
ufficio statale
A Fermo
si è costituito l'Ufficio centrale di anagrafe del contribuente per le
provincie di Ascoli e Macerata.
Ha sede nel palazzo Falconi in Via
dell'Università.
La
distinta sui prezzi delle carni - Audace furto - Nell'Ospedale Civile
5 Agosto 1945
PER LA PROVlNCIA DI FERMO
IL DELIBERATO DELLA GIUNTA
MUNICIPALE
Nella seduta del 5 luglio, la
Giunta Municipale ha fatto voto « che il Governo Nazionale
ripristini la Città di Fermo nei suoi diritti di capoluogo di Provincia, con
circoscrizione uguale a quella dell’attuale giurisdizione dal suo Tribunale»
Alla deliberazione è premessa un'ampia motivazione.
Il decreto Minghetti del 22 dicembre 1860 fu riconosciuto fin dal principio come una palese ingiustizia, contro cui protestò il Consiglio Comunale del tempo, insieme con tutti i i Comuni che sotto lo Stato Pontificio costituivano la Provincia o Delegazione di Fermo.
A favore della rivendicazione dell'autonomia della provincia Fermana militano ragioni storiche. Fiorentissima sotto Roma, autonoma e rispettata sotto i Longobardi e i Carolingi, Fermo fin dal secolo decimo ebbe la dignità di Metropoli della Marca Inferiore o Fermana, nome conservatosi fino ai nostri giorni; si resse per venti secoli con leggi proprie, ebbe dominio su vasti territori, il diritto di batter moneta, una splendida Università.
Si aggiungono forti ragioni geografiche: Fermo è nel centro della zona dei 43 Comuni del fermano, ad essi collegata dalla ferrovia dello Stato, da una ferrovia elettrica e da innumerevoli servizi automobilistici ; ed è il centro naturale dove convergono gli abitanti della zona per tutte le attività agricole, commerciali e industriali e per le relazioni con gli importanti uffici giudiziari, finanziari, economici e scolastici. Invece Ascoli Piceno si trova all' estremo limite dell' attuale provincia, distante da Fermo e dai centri maggiori del fermano per distanze che vanno da 81 a 67 km., con comunicazioni scarse, difficili, disagiate, dispendiose ; tanto che i 13 Comuni della provincia, a nord del fiume Tenna, da tempo si agitarono per essere aggregati alla provincia di Macerata. E l'attuale reparto territoriale è infelice non solo per la posizione topografica di Ascoli, ma anche per la difformità di bisogni e di abitudini della popolazione.
D'altra parte, è oggi imminente una radicale rinnovazione del sistema amministrativo italiano. Attuandosi, come è desiderio generale, l’autonomia delle regioni, se l’attuale circoscrizione provinciale di Ascoli dovesse essere conservata, gli interessi della nostra zona verrebbero ad essere ripartiti tra Ancona, centro della regione, ed Ascoli, determinando sempre maggior disagio, perdita di tempo a danno di queste popolazioni, è dunque questo il momento opportuno per ottenere la revisione dell’ingiusto decreto del 1860.
« La Voce delle Marche » si associa incondizionatamente al voto detta Giunta ed ai gravi e solidi motivi invocati.
La Giunta avrebbe anche potuto aggiungere non meno gravi e solidi motivi di carattere ecclesiastico. Sempre, con vera democrazia, attenta a seguire le naturali tendenza delle popolazioni, e sollecita del loro benessere, la Chiesa Romana ha tenuto conto della topografia e della storia, dando fin dai primi secoli a Fermo il suo Vescovo, e conservandogli fino ad oggi la giurisdizione sopra un territorio vastissimo, che arriva alle porte di Ascoli e alle porte di Macerata. L’Arcivescovo di Fermo è 1’unico Metropolita della Marca Inferiore, l’ unico cioè che abbia giurisdizione su altre Diocesi (le Diocesi suffraganee di Ripatransione e Montalto, Macerata e Tolentino, Sanseverino eTreia; mentre, degli altri tre Arcivescovi esistenti netta regione, solo l’Arcivescovo di Urbino è Metropolita e per Ancona e Camerino titolo arcivescovile è un puro titolo onorifico. La storia detta nostra Diocesi è veramente gloriosa: moltissimi Arcivescovi furono insigniti della dignità cardinalizia ; il nostro clero, sempre assai stimato nella Curia Romana, ha dato attraverso i secoli alla Santa Sede numerosi Cardinali e numerosissimi prelati; le nostre istituzioni ecclesiastiche furono e sono fiorentissime; il nostro Seminario ha conservato il diritto a conferire la laurea di teologia fino a pochi anni fa; istituito da Pio X il Seminario Regionale Piceno, questo ebbe sede dapprima a Fermo, poi non in altra città della Marca Inferiore, ma a Fano; istituiti recentemente i Tribunali matrimoniali regionali, il Tribunale Piceno fu assegnato a Fermo.
Netto Stato Pontificio, le Marche erano divise in sei Delegazioni; Urbino, Ancona, Macerata, Camerino, Fermo, Ascoli. Di queste, Urbino era di prima classe, Ancona, Fermo e Macerata di seconda, Ascoli e Camerino di terza.
L'importanza ecclesiastica della città è una delle più forti ragioni dei continuo affluire a Fermo degli abitanti della zona.
Ci proponiamo di ritornare
sull’argomento nel prossimo numero utilizzando anche il materiale documentario
che con felice pensiero la Giunto Municipale ha allegalo al suo voto.
12 Agosto 1945
PER IL RIPRISTINO
della storica Cavalcata dì Santa Maria di mezz'agosto
Illustre Sig. Direttore
della « Voce delle Marche».
Le sarei molto grato se nel prossimo numero alla vigilia della festa patronale di s.Maria, che dopo il tremendo turbine di guerra, oggi per iniziativa lodevolissima di un Comitato di volenterosi sta per riprendeva il carattere popolare religioso, e civile di un tempo, Ella si compiacesse inserire queste due parole che quale modesto portavoce di autorevoli cittadini mi permetta dedicare a quanti sotto amatori delle glorie fermane
È un caldo appello alle energie comuni per un lavoro da Intraprendersi subito all'intento di ripristinare per l’anno venturo la tanto famosa « Cavalcata».
La storia e nota in sostanza, nè è questo il luogo di indugiarvisi sopra.
La « Cavalcata » dell' Assunta a fermo era una specie di processione religiosa e civile di cui si ignorano le origini e il cominciamento: però antichissimo trovasi il dovere nei castelli, che in numero di ottanta formarono lo stato fermano, di portare il pallio il 15 agosto alla cattedrale dedicata all'Assunta. La più antica memoria è del 1188.
A questa dimostrazione solenne di ossequio e di onoranza concorreva ogni classe di cittadini: nobili, cavalieri, professori, legali, mercanti, artieri, industriali, butteri, agricoltori, popolani.
Vi prendevano parte, dopo che Fermo nel secolo XII aveva fondato la sua baronale giurisdizione sulla maggior parte dei paesi circostanti dello stato, anche varie terre amiche, cioè Monte Santo, M. Giorgio, M. Rubbiano, Ripatransone, M. Cosaro, che vi spedivano appositi messaggi ed ambasciatori in abito di costume secondo l'uso de' tempi. Gli abitanti di Porto S. Giorgio vi intervenivano portando a spalla una piccola barca con la vela spiegata. Era l'omaggio delle Castella a Fermo.
Cavalieri fermani con il titolo di alfieri, su cavalli bardati con ricche gualdrappe preceduti da staffieri, regolavano l’andamento del corteo che si chiudeva dal Governatore e dal Magistrato, ciascuno con il proprio seguito. Poi gli stendardi e i pallii dei paesi vicini, poi i pifferi e un gruppo di personaggi autorevoli in abiti ricchissimi.
In questo modo Fermo in tempi in cui poteva celebrare solennemente la sua libertà e indipendenza, quando poteva stringere alleanze con la Repubblica Veneta, con Ancona e tenersi in relazioni amichevoli con altre grandi libere città italiane, nella ricorrenza del 15 agosto, amava di fare uno spiegamento di forze e potenza tanto nel campo religioso che civile, da destare meraviglia e invidia nelle genti straniere.
Le cronache cittadine ci ricordano in proposito che nel 1571 Girolamo Brancadoro proprio nella notte del 15 agosto aveva inseguito e vinto Giulio Euffreducci — nemico giurato di Fermo — penetrato in città per il condotto dell'acqua con altri fuorusciti e fatto saccheggio « per ordine del Magistrato tornò trionfalmente in città marciando alla cavalcata con l’ordine che a tutto il decimo ottavo secolo durò .
Oggi della « Cavalcata » si conservano ricordi nello Statuto di Fermo » e nelle diverse Guide e memorie della città. Non mancano poi neanche fìgurazioni che ne ritraggono le parti principali a cui potranno ispirarsi gli artisti Tali sono : le Miniature del Messale del Duomo» ; le splendide decorazioni moderne del pittore G. Carosi in casa Vitali Rosati; lo studio illustrato di L. Mariani; i superbi ricami della tovaglia della Cattedrale ecc. ecc.
È da sperare che l’iniziativa di una ricostruzione storica artistica della e Cavalcata », di cui quest’anno si è già parlato e dal e Comitato prò-Fermo » e dalla Brigata fermana degli Amici dell'Arte e della Storia , sarà una realtà»
Un amatore delle glorie di Fermo
20 Agosto 1945
Per la Provincia di Fermo
Una proposta degna di memoria
Non si può negare, che nelle Marche il problema della ripartizione amministrativa presenti
serie difficoltà, in quanto la particolare configurazione della regione ha creato raggruppamenti naturali piuttosto ristretti, e ha impedito la formazione di grandi centri. La ripartizione più rispondente alla geografia e alla storia era quella dello Stato Pontifìcio e risultavano però province piccole. Da un punto di vista aritmetico, la ripartizione operata col decreto Minghetti appariva soddisfacente, perché le quattro province risultavano, per estensione e per popolazione, non molto diverse. E dovendosi scegliere, nella nostra provincia, tra Ascoli e Fermo, l’avversione del governo al cardinale De Angelis, nostro arcivescovo, costituiva una pregiudiziale che neutralizzava ogni più saggia considerazione e impediva di dare la prevalenza a Fermo. I fermani si vedevano perciò preclusa la via ad ogni speranza di riparazione dell' ingiustizia sofferta.
Nel 1865, però, parve che il governo avesse in mira qualche mutazione nelle circoscrizioni provinciali del Regno, nel senso di ingrandire le province, per considerazioni economiche e amministrative.
Gli ingegneri fermani Benedetti e Marini si affrettarono allora a pubblicare un opuscolo, che proponeva la divisione delle Marche in due sole province, riunendo Ancona con Pesaro e Macerata con Ascoli! La provincia superiore avrebbe avuto una superficie di kmq. 4881,67 e una popolazione di 460.270 abitanti, inferiore kmq. 4832,58, abitanti 444.809, secondo le statistiche del 1861. Due province, dunque, quasi eguali per superficie e per popolazione con sviluppi non molto diversi lungo il mare, e con un precedente storico che risaliva, nientemeno, al IX secolo, quando appunto la regione era divisa in Marca Anconitana e Marca Fermana.
Quali avrebbero dovuto essere i capoluoghi delle due province ?
I proponenti facevano riferimento ai criteri Stabiliti dal Parlamento per la scelta dei capoluoghi, la centralità, la facilità delle comunicazioni, l'eguaglianza delle, distanze dall' una all' altra sede di provincia, la densità delle popolazioni, facilmente mostravano che tali caratteri nelle città di Ancona e di Fermo, in perfetto accordò col precedente di mille anni prima
E' un fatto insopprimibile che nelle Marche la vita sociale tende a svolgersi lungo le valli e lungo il mare : ora, a mezzogiorno di Ancona, nessun’altra città marchigiana è più di Fermo, prossima alla grande linea di comunicazione, stradale e ferroviaria, del litorale marittimo, inoltre, situata a metà distanza tra Loreto e il Tronto, confini della progettata provincia, quasi equidistante anche dai due capoluoghi di Ancona e di Teramo, fornita di un’ottima|rete stradale, favorita da un clima sano e temperato, costruita sopra un colle amenissimo e cinta da campi assai fertili, capoluogo finalmente del circondario più denso di popolazione nelle Marche dopo il circondario di Ancona, la città di Fermo riuniva le caratteristiche desiderabili per ridiventare il centro della Marca inferiore.
Ma può ragionare con serena
obiettività un governo dominato dal pregiudizio anticlericale ieri come oggi.
2 Settembre 1945
Per la Provincia di Fermo
Stralcio dalla relazione al
Ministero dell’ Interno del R. Commissario Generale
Straordinario
Lorenzo Valerio in data 30 aprile
1861.
Le sei provincie, in cui si
dividevano le Marche sotto il Governo ponteficio e conservate sotto il Commissariato, furono ridotte a
quattro concentrandosi quelle di Camerino e di Fermo, la prima nella provincia
di Macerata, la seconda in quella di Ascoli. Una poteva forse prevedere di
dover cessare atteso lo scarso numero de' suoi abitanti e dei comuni che la
costituivano, sebbene si sarebbe potuto utilmente conservarla con una nuova
combinazione. Fermo, che avea altri titoli. per essere mantenuta, se ne
commosse gravemente, pure senza disordine, perché quelle popolazioni facilmente
intesero come fosse un dovere l'attendere il momento in cui le loro ragioni si
potessero far valere nei modi legali. Accenno questo screzio per debito di
esattezza storica, e perché sappia il Governo del Re che i Consigli provinciali
e comunali delle Marche non mancheranno di reclamare una ripartizione di
territori più adatta ai loro bisogni. L'accenno ancora per titolo di speciale
raccomandazione al Governo del Re, il quale valuterà, io spero, 1’importanza
che popolazioni nuove alla vita politica doveano dare alla questione delle
circoscrizioni dal lato dell'interesse locale, e la saggezza colla quale
sacrificarono risentimenti secondo loro così giusti, al supremo bisogno della
concordia.
2 Settembre 1945 - Rilievo
Gli abitanti del quartiere S.
Francesco lamentano l'assoluta mancanza della illuminazione stradale proprio
all' incrocio delle strade fuori Porta San Francesco. Essi fanno notare come il
traffico anche di notte sia intenso e pericoloso per i passanti data la fitta
oscurità in cui la zona è immersa.
Sport
Domenica .prossima 2 sett. alle
ore 17 si svolgerà al campo Sportive Comunale una grande riunione di pugìlato.
Parteciperanno all'incontro i migliori pugili della provincia.
9 Settembre 1945 - Borseggio
Martedì 4 approfittando della
confusione causata dalla fiera è stato borseggiato un contadino del portafoglio
contenente oltre 150.000 lire. Prontamente inseguito dai carabinieri il ladro è
stato alla fine raggiunto ed arrestato.
Incidente tranviario
Sabato scorso per motivi
sconosciuti all'altezza della stazione di Porto S. Giorgio il tram delle 10,30
infilava un binario morto;
una rotaia veniva allora ad incastrarsi nella
motrice, producendo panico tra i viaggiatori.
Si lamentano alcuni feriti lievi
e... molto spavento.
Gymkana
Organizzata dalla locale
Associamone Goliardica avrà luogo domenica al Campo Sportivo Comunale una
interessante Gymkana con ricchi premi per i vincitori.
Atto onesto
II Sig. Mario Lodovici addita
all'ammirazione del pubblico il militare polacco Sìg. Leone Heller che generosamente
gli ha restituito il suo orologio smarrito.
25 Settembre 1945 - Viabilità
Forse nessuna città ha tante vie
d'accesso dal mare e dal monte come Fermo. Chi si reca sul Girifalco e volge
attorno uno sguardo panoramico è attratto dalla fitta rete stradale che
converge verso la città. Dal mare, la Pompeiana, quella di Castiglione, la
Provinciale, quella di Capodarco, delle Paludi, e la Faleriense. Dal monte,
quelle che fanno capo alla Porta S. Giuliano e raccordano le secondarie che
uniscono i numerosissimi paesi della Valdaso e della Val di Tenna.
Chi crederebbe che con tutta questa fitta rete di strade, è un problema poter raggiungere la città, dato lo sfacelo in cui tutte sono ridotte ? Non una è più transitabile dal modesto pedone e neppure dalle automobili private; solo vi possono correre, in mezzo ad un polverone indiavolato e sballonzolate come tante barche in mezzo ad un mare in burrasca le potenti macchine anglo-americane.
Rimaneva ancora discreta la
strada di S. Marco alle Paludi ma anche questa per più della metà è fuori uso.
Assurdo poi è pensare di raggiungere Amandola o in bicicletta o in moto, e con
lo stomaco a posto.
25 Settembre 1945 - I soliti ignoti
Nella notte fra il 17 ed il 18
ignoti ladri sono penetrati mediante scasso, nel negozio della sig.ra Norina
Nasini nei pressi della Timo ed hanno asportato merce per un valore, non ancora
accertato, ma molto rilevante.
La polizia sta indagando,
speriamo!... ma come fa osservare l'uomo della strada che simili fatti si
ripetono sempre dopo l'uscita dalle carceri di certi figuri noti a tutti? Ci
vorrebbe molto ad indagare intorno al tenore di vita così lussuoso e
spendereccio, di tanti oziosi che infestano la città ? Forse sono troppi ?
14 Ottobre 1945 - Investimento
Martedì scorso, mentre si recava
a visitare un amico, Bagalini Augusto reduce da quindici giorni dalla prigionia
in Germania, nei pressi del Tirassegno veniva investito alle spalle ed ucciso
da una macchina polacca.
Purtroppo questi fatti luttuosi si vanno ripetendo con ritmo accelerato e non v'è giorno, si può dire, che non vi siano incidenti, per la maggior parte effetto di inconsideratezza e furia
Non sarebbe bene che le Autorità militari competenti dessero disposizioni severe per disciplinare e regolare l'uso e la velocità degli autoveicoli militari?
Mentre partecipiamo al cordoglio
dell' Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, che ha affisso un nobile
manifesto, ci uniamo di cuore all'immenso dolore della desolata consorte e dei
piccoli orfani che per tanti anni avevano atteso il ritorno del loro caro.
14 Ottobre 1945 - Furti - Furti - Furti
Siamo sempre in un crescendo di
audacia che impressiona e che dimostra una tecnica raffinata di specialisti in
materia che non può non porsi in relazione colla presenza in città di noti
avanzi di galera.
Nello spazio di pochi giorni è
stato svaligiato un magazzino di scarpe di proprietà dì Pelacani Renato e di
Marziali Luigi (il valore della refurtiva sorpassa il mezzo milione) ; sono
state rubate le gomme alla macchina del Dott. Tomassetti ; è stata svaligiati
in modo misterioso la dispensa dell'Ospedale Civile.
Eppure in città ci sono
molti carabinieri ed il numero delle guardie di Polizia urbana da 8 è stato
portato a 20 !
14 Ottobre 1945 - Torneo di Foot-Ball
A cura della Società Sportiva
Victoria è stato indetto un torneo di calcio da disputarsi fra squadre
cittadine composte
di sei elementi ciascuna.
Gli incontri s'inizieranno
domenica 14 p. v. ed avranno luogo nel campo del Ricreatorio San Carlo. Le
iscrizioni si ricevono presso la Direzione del Ricreatorio ove è visibile il
regolamento con le relative norme. Ci , viene assicurato che quanto prima la
medesima Società sportiva Victoria indirà importanti tornei di palla al volo e
palla al canestro.
21 Ottobre 1945 - Trionfi del grimaldello
Nella notte fra 11 12 ed il 13 i
soliti specialisti, penetrati nella rimessa dei Sig. Uriele Vitali-Rosati hanno
asportato
tutte le gomme dell' automobile, due finimenti ed una sella.
Dato il continuo ripetersi di
tali.... prodezze, raccomandiamo ai rappresentanti della forza pubblica di
tener bene chiuse,
di notte, le porte delle caserme.
21 Ottobre 1945 - Torneo di calcio
Domenica 4 hanno avuto inizio le
partite di calcio per il torneo indetto dalla polisportiva «Victoria »
nello
stadio del Ricreatorio S. Carlo.
Il primo incontro si è disputato
tra la Victoria e gli Aquilotti di Campoleggio con 6 a 6. Nota predominante è
stata la combattiva vivacità dei giocatori accompagnata dal caloroso interesse
del numeroso pubblico.
10 febbraio 1946 - Furti audaci
Recentemente sono
avvenuti in Città furti audaci.
Alla gioielleria Vannicola ignoti
hanno asportato oggetti di valore e moneta per l'ammontare di vari
milioni. La Polizia indaga attivamente.
Altro furto è avvenuto in casa
della Prof. Russo, donde è stato asportato un apparecchio Radio, delle posate
d'argento ecc.
Altri altrove di minore entità. Ci permettiamo richiamare
attenzione delle Autorità di Polizia e la vigilanza di tutti i cittadini
su
questi fatti dolorosi.
10 Febbraio 1946 - Oggetto smarrito
E' stata ritrovata una matita
automatica. Chi l'avesse smarrita può ritirarla presso la Redazione della «
Voce delle Marche »
dando le opportune indicazioni.
24 Febbraio 1946 - Il Furto Vannicola
Non è ancora spenta l'impressione
per lo svaligiamento della gioielleria Vannicola.
L' entità del furto, valutato
dicono a circa otto milioni, e tutta una serie di circostanze strane che lo
circondano, hanno destalo vivo interesse nella cittadinanza la quale vuol vederci chiaro e si augura che
la polizia riesca a trovare il bandolo della intricata matassa assicurando alla
giustizia i rei. Noi da parte nostra terremo desta l'opinione pubblica, perché,
anche questo ennesimo furto non passi troppo comodamente nel dimenticatoio.
28 Luglio 1946 - Campeggio degli Esploratori
Domenica 14, i giovani
Esploratori del 1° Riparto con sede al Ricreatorio S. Cario, sotto la guida dei
Signori, Remo Agostini ed Aragusta Gabriele sono partiti per il Campeggio
estivo; li accompagna l'Assistente D. Giovanni Marozzi. Hanno scelto un bel
boschetto alle falde della Priora ad un'ora dall' Ambro. Possiamo assicurare i
parenti dei giovani che la vita del Campo si svolge regolarmente in mezzo alla
più intensa attività scautistica ed alla più lieta allegria. Ottimo lo stato di
salute, formidabile l'appetito, soddisfatto da un ben fornito magazzino.
Varie escursioni ed una
conduttura d'acqua dalla sorgente all' accampamento hanno caratterizzato fino
ad ora la vita
del campo che avrà termine il 7 agosto in unione con gli altri
Reparti della città.
28 Luglio 1946 - Atto insano
Domenica scorsa, un
ventiquattrenne, detenuto nelle nostre Carceri Giudiziarie, che era stato
ricoverato d'urgenza all' Ospedale Civile per appendicite, eludendo la
sorveglianza del piantone si gettava dalla finestra. Raccolto, decedeva dopo
tre ore, in tempo però per riconciliarsi coscientemente col Signore.
La tragica fine del detenuto,
tristemente noto nell'ambiente cittadino, dovrebbe essere, di gran monito a
tutta una turba di giovinastri suoi compagni purtroppo numerosi, che pretendono
vivere senza lavoro, infestando i vari Bar giocando e rubando.
27 Ottobre 1946 - Viabilità
Con ritmo accelerato si sta
lavorando per la pavimentazione del Corso, e di questo tutti ne sono lieti ;
quello però che ognuno depreca e di cui non si conosce la ragione, è il perché
non si venga man mano togliendo tutto l'accumularsi di detriti e terrume che ingombra
il tratto già ultimato e le vie adiacenti. E' vero che la Ditta assuntrice dei
lavori ha a disposizione la via sino a tutto novembre, ma questo non la
dispensa dell' avere un po di riguardo per i cittadini che sono obbligati a
passarvi. Perché non utilizzare per lo sgombero i medesimi trasporti che
portano il materiale e ritornano via vuoti ? Tanto è un lavoro che dovrà fare !
27 Ottobre 1946 - Scuola moderna
Nel rione di Campoleggio e
precisamente nei pressi dal Bar e si è costituita una scuola all'aperto per
l'addestramento
alla delinquenza e della quale fa parte tutta la feccia della
città.
I frutti sono tangibili e tutta
una fioritura di vieta intolleranza e di pornografia, nella quale qualche genio
incompreso vuol trovare la propria celebrità, imbratta quotidianamente ed
indisturbata le mura delle adiacenze obbligando il pubblico onesto che passa a
tapparsi il naso per il fetore che emana da tanto putridume.
Pensare che è a questa scuola che
si vorrebbe educare tutta la gioventù !
...
...
9 Gennaio 1949 - Campoleggio ha bisogno di luce e di sole
Nel giornale l‘Unità del 5 gennaio viene sollevato per la seconda volta a distanza di pochi giorni il problema del risanamento della zona del Vicolo Lungo. Su lo stesso argomento un consigliere comunale di parte comunista nell'ultima seduta del Consiglio Comunale invitò l'Amministrazione a voler considerare l'urgente necessità di provvedere alla bonifica di quella zona. Abbiamo assistito a quella riunione, e indipendentemente dal fatto che l’Unità sia ritornata su l'argomento, avremmo riferito, come ora riferiamo ai nostri lettori, la cronaca di quella seduta e le nostre impressioni.
Intanto un elemento importante è emerso dalla discussione in seguito all' intervento di un consigliere della maggioranza ed è quello che molti giorni prima che il problema venisse discusso su la pubblica stampa ebbe luogo a Roma un incontro tra il Sindaco e il Ministro Tupini nel quale incontro, tra gli altri problemi, venne appunto discusso quello del risanamento del Vicolo Lungo.
In tale incontro il Ministro, prendendo in considerazione le proposte avanzate, disse che pur comprendendo appieno la necessità e l’urgenza di intervenire non ne aveva sul momento la possibilità, ma che avrebbe tenuto presente la richiesta promettendo di rendersi conto, nella prossima visita, della entità dell'opera e delle possibilità tecniche di risoluzione.
II Consiglio Comunale accolse compiaciuto tale dichiarazione e lo stesso consigliere di minoranza non ebbe di che ribattere forse perché, come lui stesso dichiarò, non intendeva fare il demagogo, ma l’Unità insiste su questo argomento e ci regala due colonne di prosa agrodolce menando il can per l'aia sul solito motivo dei ricchi « padroni » e dei poveri « servi » e immaginando furibonde lotte tra i suoi 24 lettori per accaparrarsi il prezioso numero, denuncia chiaramente il suo scopo di propaganda giornalistica. Perché altrimenti dopo aver riferito per filo e per segno la discussione in seno al Consiglio avrebbe dovuto minacciare di ritornare sull'argomento qualora le promesse fossero state fallaci?
Ma certo noi in questo modo pretendiamo di troppo perché così facendo, l’articolista non avrebbe potuto più accampare la priorità dell'iniziativa che, sulla base delle dichiarazioni che noi abbiamo ascoltato, spetta all'Amministrazione Comunale.
Che cosa rimane allora? Rimane il fatto che esiste un problema insoluto del Vicolo Lungo del quale, indipendentemente dalle chiacchiere giornalistiche e dalle speculazioni di partito, l'Amministrazione Comunale, come è suo dovere, si sta interessando e stia certo il sopranominato articolista che anche questo problema sarà risolto e non certo per merito delle sue divagazioni. Sara risolto come quello delle Case Popolari, e di tanti altri problemi che sono in via di risoluzione. E se lui non lo sa glielo diciamo noi che da decenni e decenni Fermo ha atteso inutilmente il soddisfacimento delle sue necessità e c'é proprio voluto un Ministro democristiano per iniziare l'opera.
Lo stesso Ministro se l'ha saputa iniziare la saprà portare a termine. Questo, sanno gli onesti cittadini.
20 Marzo 1949 - Suggestivo viaggio in ferrovia
Un mare di popolo col treno della Madonna
Da quando, una settimana fa, prima corse una voce incerta, e poi seguì la con ferma, che il Ven. Simulacro della Madonna del Pianto, sarebbe stato trasportato per ferrovia da Servigliano alla Stazione di M. S. Martino, al primo senso di meraviglia e incredulità subentrò subito in tutti un affaccendarsi intonso, por preparare una accoglienza lieto e festosa in questo Suo singolare viaggio.
E ieri sera - 13 marzo - scortato da una folla immensa, il Simulacro della Madonna dopo avere avuto le stesse manifestazioni di giubilo di una settimana prima, lungo la provinciale Matenana, scende da Curetta, per raggiungere la Stazione Ferroviaria. Sono quasi le 20, quando la testa dell'interminabile corteo compare nel Viale della Stazione, fastosamente addobbato, ed illuminato.
Incominciano quindi le operazioni di trasbordo, e carico del Simulacro sull'apposito carro ferroviario. La stazione e le sue adiacenze presentano una visione grandiosa, commovente : è un mare di popolo che si agita, canta, applaude, fa forza per prendere posto nelle vetture già da più ore pronto nei binari; anzi moltissimi l'hanno occupato molto tempo prima per timore di non trovare posto. Quanti ne sono ? Impossibile dire una cifra, anche approssimativa. Certo sono parecchie migliaia!
Prima delle 22 tutto è già pronto, finisce il mormorio dell'attesa, ed il lungo, singolare convoglio, lentamente si mette in moto.
Procede, spinto in avanti, il carro della Madonna, addobbato ed illuminato da potenti riflettori, così il Simulacro è un faro di luce, proiettatagli da ogni parte. Quattro Carabinieri, ai lati, fanno scorta d’onore.
Vengono due potenti locomotori che debbono trascinare circa 20 vetture viaggiatori, i quali non trovando posto nell1 interno si assiepano sui montatoi e terrazzini dei vagoni.
Le varie centinaia di fedeli rimasti a terra, e che circondano il treno già in moto, applaudono freneticamente.
Si procede lentamente, a passo d’uomo. Lungo la vicina provinciale Val di Tenna, decine e decine di automobili seguono II cammino del treno, e con la luce dei loro potenti fari danno un tono festoso a tatto il suggestivo panorama.
Il treno si arresta: siamo alla Parapina. La stazioncina è addobbata ed illuminata, in un quarto d'ora si raggiunge la Stazione di S, Vittoria, il Rev.do Don Corradini rivolge belle parole ai presenti incitandoli alla devozione alla Madonna,
SI riprende il cammino per M. S. Martino, da dove il Simulacro della Madonna, raggiungerà, per la via comune, M. Falcone Appennino.
Quando il treno entra in stazione è già mezzanotte. La folla qui è straordinaria, discesa dal paese, da M. Falcone e Smerillo : Con rapidità e speditezza, il Simulacro viene tolto dalla vettura ferroviaria, e rimesso nel suo carro, quindi avviene la cerimonia della consegna.
E’ l’una dopo la mezzanotte, quando il carro della Madonna, tirato da robusti giovani si incammina verso M. Falcone. Si ricompone intanto il convoglio ferroviario per il ritorno... parecchi però mancano: hanno voluto seguire la Madonna fino lassù a M, Falcone. Il treno corre verso Fermo, non vi è più la festosità dell’andata; molti sonnecchiano; un bimbo che del sedile ha fatto li suo lettino, dorme e sogna.
17 Aprile 1949 - un problema che si risolverà
LA FILOVIA TRA FERMO E PORTO SAN GIORGIO
secondo il progetto presentato al Ministero
Una linea principale, una dì circonvallazione e due radiali
Moderne vetture permetteranno, di compiere il percorso in 20 minuti
250 milioni di spesa
Nella seduta Consiliare del 4 corrente il Sindaco On. Sen. Ciccolungo ha dato notizia dell’avvenuta presentazione al Ministero dei Trasporti del progetto esecutivo per la costruzione della Filovia Fermo - Porto San Giorgio, redatto a cura della Direzione della Ferrovia Adriatico-Appennino.
La predetta Filovia è stata studiata in modo che, oltre a meglio risolvere il problema delle comunicazioni fra la nostra città e Porto S. Giorgio, valga quale servizio urbano per il collegamento dei vari rioni cittadini.
Dalla realizzazione, di tale opera anche le comunicazioni della Vallata del Tenna ritrarranno sicuro vantaggio per effetto dell'impiego, sulla linea ferroviaria. per Amandola, di tutto il materiale dell’attuale tronchetto, con le automotrici che potranno svolgere corse rapide complementari
Il nuovo impianto, destinato a sostituire il tronco ferroviario di diramazione per Fermo Città comprende:
La linea principale da Fermo Largo Calzecchi Onesti, a Porto S. Giorgio, piazzale F. S;
La linea di circonvallazione a sud dalla Galleria Vinci per Campoleggio, Porta S. Giuliano, Barriera S. Francesco, di nuovo alla Galleria Vinci
Una prima radiale da Largo Calzecchi Onesti al Duomo;
Una seconda radiale da Campoleggio alla Stazione di S.Lucia.
LA LINEA PRINCIPALE da Fermo, per la Galleria Vinci fino alla Barriera San Francesco, si attiene al tracciato del Tronco ferroviario di diramazione; in seguito si svolge sulla strada Provinciale toccando il Cimitero di Fermo e raggiunta Porto San Giorgio, alla Chiesa di San Giorgio svolta sulla strada nazionale Adriatica che percorre per un breve tratto; imbocca poi il viale della Stazione della FS e si ferma nel Piazzale, proprio all’incrocio dei binari della ferrovia per Amandola, naturalmente rispettandone la continuità.
La lunghezza del percorso risulta di Km 8,532 con pendenza media del 36x1000, massima 69,8x1000.
LA LINEA DI CIRCONVALLAZIONE si stacca dalla principale alla galleria Vinci, scende a Campoleggio e per Porta San Giuliano e Santa Caterina si riallaccia alla linea principale alla Barriera di San Francesco.
Il suo percorso è di Km 6,761 con una pendenza media del 16x1000, massima 107,3x1000.
LA RADIALE N. 2 si stacca dalla Circonvallazione a Campoleggio per scendere alla stazione di Fermo S. Lucia dove prende e porta i viaggiatori da e per Montegiorgìo, Falerone, Servigliano ed altre località della vallata del Tenna servite dalla ferrovia fino ad Amandola. Questo tratto è lungo Km 0,337 con pendenza media dell’86,9x1000.
Alla stazione di S. Lucia sorgerà la rimessa' dei filobus, mentre l’officina della ferrovia, opportunamente adattata ed attrezzata, servirà anche per la Filovia.
Lo sviluppo complessivo delle linee è di Km;11.636 e presenta una pendenza media del 33% e massima del 111x1000.
Sulla linea principale si prevedono n.23 corse doppie complete: in salita 21 minuti e in discesa 16 minuti.
Sulla linea di Circonvallazione si prevedono n.16 corse circolari doppie, percorrenza semplice 10 minuti; numero 8 corse saranno prolungate dalla barriera S. Francesco al Cimitero.
Sulla radiale n° 1 si prevedono n.32 corse doppie.
Sulla radiale n° 2 si prevedono n.12 corse doppie
Per soddisfare il suesposto programma occorrono almeno sei vetture, come in effetti ne sono state previste nel progetto.
La Filovia secondo il preventivo del progetto, verrà, a costare L. 250 milioni di c:ui 176.000.000 per gli impianti fissi e 76.000.000 per il materiale rotabile.
II Consiglio, nei premere atto delle dichiarazioni del Sig Sindaco, ha rivolto vivo plauso all’encomiabile iniziativa della Società AFA ed all’attività proficuamente svolta nei riguardi di tale importante problema dallo stesso Sig. Sindaco On Ciccolungo facendo voti affinché l’illustre infaticabile Parlamentare possa ascrivere tra le sue già numerose benemerenze quella della sollecita realizzazione della filovia Fermo-Porto S. Giorgio.
17 Aprile 1949
FERMANA – SPOLETO 0-0
L'incontro di Domenica tra i canarini della Fermana e i rossoblu di Spoleto si è risolto nel nulla di fatto. E' stato un incontro privo di emozionanti fasi di gioco, caratterizzato soltanto dalla buona volontà degli ospiti a condurre in porto un punto prezioso mentre i locali, pur premendo disordinatamente per buona parte della gara, non sono riusci a passare. I tifosi, che dopo il pareggio conquistato a Chieti si aspettavano da questo incontro se non una messe di reti, almeno un risultato positivo da parte dei locali, sono rimasti delusi soprattutto dal fatto di aver dovuto amaramente constatare come non vi siano possibilità future di miglioramento nel gioco d'attacco della squadra del cuore. Le azioni che partono nitide dal piede dei mediani e soprattutto di Davoli naufragano irrimediabilmente in area di rigore avversaria per incertezze talvolta puerili degli uomini di punta principalmente per deficienza di tiro a rete. Non bisogna d'altra parte dimenticare che la Fermana ha perduto in un doloroso incidente il centroavanti titolare; Pizzicara, che ha tutt' ora in infermeria un laterale del valore di Dolic ma bisogna constatare con amarezza l'inspiegabile declino della forma di Sandukcic che in passato è stato l'animatore della Fermana.
Incidenti di gioco, squalifiche ed una buona dose di sfortuna, hanno in passato pregiudicato molti risultati dei canarini ed è quindi con vero rammarico che stigmatizziamo qualche giocatore che non sente ancora uno spirito di corpo tale da profondere in gara le migliori energie ora che si tratta di recuperare i punti perduti.
L'ottimo allenatore Piccaluga fa del suo meglio per amalgamare il gioco di squadra specie della prima linea ma anche lui non può fare miracoli specie con elementi di rincalzo pieni di volontà
e di passione ma immaturi dal lato tecnico.
La squadra al completo forse era destinata a grandi cose ma ormai deve lottare ugualmente così com'è, raffazzonata alla meglio.
Gli sportivi che sono al corrente della situazione, possono chiudere un' occhio sulle deficienze tecniche di essa ma esigono però un impegno e profusione di energie di tutti gli atleti in maglia gialla perché sanno che molte volte l'ardore combattivo può rovesciare risultati già acquisiti in partenza.
GIAN
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