Via Topal Osman Paše. Ingresso dal Bulevard. La facciata sud del palazzo di destra (Loris) è crivellata di proiettili e totalmente distrutta. In fondo oltre lo stadio dello Željezničar vi sono le colline del quartiere di Vraca,da dove le artiglierie di Mladić martellavano la città. Topal Osman Pascià fu Governatore della Bosnia nel XIX secolo. Costruì strade, scuole ed ospedali e permise a Cattolici ed Ortodossi di edificare liberamente i propri luoghi di culto
Facciata di un palazzo. Crivellata da proiettili
Dalla collina di Betanija. Il cimitero monumentale di Bare alle spalle dei palazzi di Jukiceva.
Il padiglione maternità dell’ospedale Koševo. Più volte centrato dalle artiglierie. Ogni mattina la Radio dava il nome dei nuoi nati.E’ stato riaperto nella primavera 2011.
costruite negli anni ’80 da Ivan Straus e visibili da quasi ogni punto della città, erano il simbolo dell’uguaglianza tra le nazionalità e perciò furono da subito bersaglio dell’artiglieria. Le immagini del rogo delle torri ed il loro scheletro privo delle vetrate sono alcune delle icone universali dell’assedio.
Il ponte Šeher Cehaijna, ultimo ponte sulla Miliacka, e le case di Alifakovac con la moschea Hadžijska. In alto a sinistra si intravede Bijela Tabija, (la Fortezza Bianca), confine orientale di Sarajevo. Nella valle tra le due colline, subito dopo Bembaša si snoda l’antica strada per Istambul.
Sminatori SFOR (in fondo) all’opera lungo Vilsonovo Šetalište. La passeggiata lungo la Miliacka. Tutto il perimetro della città era un lungo campo minato scarsamente segnalato. Prati e terreni si presentavano come zone pericolosissime; il consiglio che si leggeva ovunque raccomandava di non oltrepassare ed evitare di allontanarsi da marciapiedi, pavimentazioni e strade. Il lungofiume è oggi un’isola pedonale dopo le 17.00 e per tutto il weekend.
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Verso la Baščaršija (Basciarscia) sulla riva destra della Milijacka. Lungo Obala Kulina Bana. Il Ban Kulin governò la Bosnia a cavallo dei secoli XII - XIII. Il suo regno fu famoso per la prosperità tanto che nei secoli successivi i contadini erano soliti dire, di fronte ad un buon raccolto, "Ritornano i tempi di Kulin" A destra il Ponte Cumurija risalente al XVI secolo e sostituito in acciaio alla fine del 1800.
Baščaršija. Prote Bakovića.
Veliki Alifakovac nei pressi del ristorante Inat Kuća (casa dispettosa o casa del capriccio). La storia di questo edificio rispecchia fedelmente il carattere della gente di Sarajevo. Nel XIX secolo era stato disposto che la casa (allora sita sulla sponda opposta del fiume) venisse espropriata ed abbattuta per erigere il nuovo Municipio (oggi la Biblioteca). Il proprietario si oppose appellandosi in tutte le sedi. Perduto cause e ricorsi fu costretto a sgomberare. Non volle comunque darla vinta ad alcuno e perciò smontò completamente la casa trasferendola, pietra su pietra, dall’altro lato del fiume.
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