Grande Guerra 15-18

Solamente i morti hanno visto la fine della guerra

Tavole di A. Beltrame.  CorSera

fermoimmagine

Parte del materiale è stato rinvenuto dal FONDO GRANDE GUERRA
Biblioteca Civica ROMOLO SPEZIOLI  Fermo

L’umile fante italiano parteper il fronte nelle tripudianti giornate del “maggio radioso”.

 Lo hanno illuso che entro Natale,dopo aver conquistato Ljubljana, 

marcerà lungo le strade di Vienna e di Budapest.

 NIENTE DI PIU’ FALSO.

 Davanti a lui stanno per distendersi,come un infinito sudario,

quarantuno tragici mesi di trincea.

UN FEROCE, DISPERATO INFERNO.

Di fronte, le mitragliatrici austriache;

alle spalle, i moschetti dei Carabinieri.

Fot Do omenica del Corriere

Foto da " Domenia del Corriere"

QUESTO CAPITOLO E' IN FASE DI COMPLETAMENTO     
                           








4 agosto 1914

 

Richiamo di 3 classi

 

Mentre a Fermo fervono i canti e i suoni in onore di Maria, in tutta Europa si ode tuonare il cannone e migliaia dì cristiani ogni giorno si scannano tra loro, e tutti si intende, col nome santo di dio sulla bocca.

Anche l'Italia è vicina a prender parte a questa orgia di sangue. Da fonte bene informata apprendiamo che è imminente il richiamo delle classi 86, 87 e 88.

E questi sono i miracoli!...

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 6 Settembre 1914

 

Papagna bene applicata

 

Alcune sere or sono un cittadino che tempo fa insieme agli studenti gridava contro l' Austria, in Piazza V, E. si dette a vociare a favore della nostra "cara" alleata.

Ma un solenne manrovescio datogli da altro operaio, valse a calmare i suoi bollori austricanti.

L'incidente non ebbe seguito.

 

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6 settembre 1914

 

La macellazione

 

È venuto fuori un decreto che vieta «la macellazione dei vitelli che non abbiano raggiunto il peso di 200 chilogrammi ».

Ora, visto e considerato che un giovane di vent’ anni, nel fior della vita, anche se pesa di meno, vale qualche cosa di più di un vitello, io mi onoro di sottoporre all'augusta firma di Sua Maestà lo schema di decreto che vieta anche la macellazione degli uomini.

 

VITTORIO EMANUELE III

per grazia di Dio e volontà della Nazione

Re d'Italia

 

Ritenuto che la vita umana è sacra ed inviolabile;

sulla proposta del Ministro segretario di Stato per la Guerra, di concerto col Presidente del Consiglio dei Ministri Ministro degli Interni e col Ministro degli Affari Esteri;

 

udito il Consiglio dei Ministri;

abbiamo decretato e decretiamo:

 

Art. 1. - A partire dal 1 maggio 1915, e fino a nuove disposizioni, è vietata la macellazione degli uomini.

 

Art. 2. – Le infrazioni al presente decreto saranno punite con la pena della reclusione. da scontarsi in un manicomio criminale

 

Art. 3. – Quando più persone concorreranno nel reato, per l’applicazione della pena, il personale del macello resta diviso come appresso:

1.Framassoni, 2.Interventisti, 3.Nazionalisti, 4.Siderurgici, 5.Profughi triestini e trentini, 6.Garibaldini, 7.Repubblicani, 8.Radicali, 9.Democratici, 10.Futuristi, 11.Sindacalisti (Parma), 12.Pacifisti, 13.Macellatori propriamente detti.

 

Art. 4. – Il presente decreto sarà presentato al Parlamento per essere convertito in legge.

Ordiniamo che il presente Decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inscritto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e i farlo osservare.

 

Dato a Roma, addì 36 aprile 1915.

VITTORI0 EMANUELE

 

SCALARINI

 

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6 settembre 1914

 

 

I saluti dal fronte

 

Caro Mario,

17 Luglio 1915

 

Trovandoci riuniti felicemente godendo il giusto riposo, inviamo, dopo una discussione animata e alimentata da più fiaschi di vino, saluti a tutti i nostri amici.

 

Tacchi Amilcare - Ferri Giuseppe – Vagnozzi Ignazio – Bonassi Gaetano – Donzelli Beniamino - Tonici Gaetano – Zega Luigi –Cochetti Ludovico – Paci Guido - Nigrisoli Francesco – Mellozzini Alberto – Marchionni Vincenzo – Tommaso Fattenotte - Maurizi Giuseppe - Tirabassi Umberto - Traini Giuseppe - Simoni Dante - Procaccini Italo - Corsi Eligio - Leoni Riccardo – Riccitelli Umberto - Riccitelli Eligio - Paci Renato - Lucci Alfredo - Gazzini Antonio - Trenta Filippo – Del Papa Arturo – Benfaremo Guido - Speranzini Giuseppe.

 

31-7-1915

 

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24 Ottobre 1915

 

I miracoli della guerra

 

I giornali annunciano «ottimo esito della leva del 1896». E spiegano che nelle operazioni di leva sulla classe 1896 si e avuto soltanto il 10 per cento di rivedibili e riformati.

Giubiliamo dunque. Decisamente non v'è più depauperamento, sono eliminali gli effetti dell'industrialismo: la razza migliora! Quanti miracoli sa fare la guerra !

 

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7 novembre 1915

 

 

I saluti dal fronte

 

Zona di guerra, 25 – 10 - 15

I sottoscritti bersaglieri ciclisti inviano alle loro famiglie e ai parenti ed agli amici tutti, i saluti più cari ed affettuosi.

 

Meconi Ernesto - Cocciaretti Sante –Falchetti Giuseppe - Riccitelli Licio da Fermo; Balestrini Enrico - TuIIi Raffaele (artigliere) da Capodarco.

 

 

Zona di guerra, 28-10-1915

Caro Arbace

Siamo in un paese austriaco a pochi chilometri dalla linea del fuoco. il rombo del cannone è incessante. Con tutti i disagi neve compresa siamo in ottima salute. Speriamo che tutto vada bene e che potremo ritornare sani e salvi. Salutami i compagni e gli amici

tuo

Lucio Sciarresi

 

 

Zona di guerra 22 ottobre 1915

 

Caro Arbace,

Avanti ieri scrissi unitamente a Ferri dandoti nostre notizie.   Oggi le cose sono cambiate, Ferri è rimasto ferito alla gamba sinistra da una scheggia di granata, ma non gravemente; ero presente anche io, e lo accompagnai al primo posto di medicazione, per essere poi trasportato all’ospedale.

Noi ancora in prima linea. Oggi sono settanta giorni consecutivi, e ancora non si parla di questo tanto sospirato cambio, ma speriamo che sia, fra non molto.

Saluto i compagni, colleghi ed amici

tuo

Gaetano Bonassi

 

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25 dicembre 1915

 

Il costo della vita

 

Togliamo dall’Amico dell’Agricoltore non sospetto certo di sovversivismo:

E’ aumentato enormemente, ma bisogna pur dire che dell’aumento gli agricoltori ne risentono le conseguenze minori, perché di certi prodotti hanno ricavato il maggior prezzo e molti altri non li devono acquistare.

Mentre gli impiegati ed alcune categorie di operai subisco tutto il peso economico dell’immane conflitto per l’aumento dei generi e per l’inasprimento delle tasse. Riportiamo qui delle cifre che dimostrano a quale punto siamo giunti, non escludendo che in seguito le condizioni delle merci possano ancora peggiorare a danno dei consumatori.

 

Pane                         +15%

Carne bovina           +50%

Lardo                       +30%

Burro                       +22%

Farina                       +18%

Riso                         +10%

Latte                         + 4%

Pasta                         + 3%

Agnello e castrato     +60%

Olio                         + 5%

Formaggi                 +15%

Zucchero                 +10%

Caffè                       +10%

Uova                       +25%

Lana                     +150%

Cotone                   +20%

Cuoio                   +100%

Scarpe                     +20%

Cappelli                   +50%

Terraglie                 +25%

Vetri                       +25%

Legname                 +80%

Cancelleria             +50%

 

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Gennaio 1916

 

I saluti dal fronte

 

Zona di guerra 14.1.1916

Arbace carissimo

Affettuosamente a te, compagni, amici tutti, coll’augurio vivissimo di presto riabbracciarci

Tito Tomassini

 

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13 febbraio 1916

 

Matto o sano?

 

Narrano i giornali che a Roma lunedi mattina, mentre, i facchini del caffè Aragno levavano le saracinesche, un soldato entrò nel caffè e si mise a menar dagate a destra, a manca, in alto ed in basso, su tavolini specchi, vetri, cristalli, oggetti d'arte ecc ecc. ed accompagnava i... gesti con le grida.

 

« Nel mentre i soldati sono nelle trincee, esposti alle intemperie ed al freddo ed affrontano la morte, qui si gozzoviglia e ci si diverte. Ciò non è permesso!!! ».

 

E giù a rompere con indomabile calore, finche un gruppo di persone riusci a ridurre il soldato all'impotenza ed a tradurlo al Manicomio per essere posto in osservazione.

 

Ma noi ci domandiamo: era proprio matto quel soldato ?

 

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27 febbraio 1916

 

Quanto costa la nostra guerra

 

Dall’esposizione finanziaria fatta alla camera dei deputati dall’on. Carcano, risulta che la guerra costa già all’Italia 5 miliardi 530 milioni.

E’ da notarsi però che nella cifra denunciata dal Ministero del Tesoro non sono compresi i prestiti fatti in questi ultimi tempi all’estero, che –secondo l’on. Fradeletto- soltanto quelli contratti in Inghilterra sommano altrettanti miliardi. Van poi aggiunti i seicento milioni di aumento della circolazione cartacea e i quattrocento milioni in più di nuove imposte, dei quali non può precisarsi la parte impegnata per le spese di guerra.

 

L’Avanti, in una corrispondenza da Roma, dimostra –con dati desunti dalla Gazzetta Ufficiale- che dall’inizio della guerra a tutto novembre 1915 l’Italia ha speso circa OTTO MILIARDI!

 

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23 luglio 1916

 

Accidenti alla miseria!

 

Mentre si lesinano i sussidi alle famiglie dei richiamati, mentre al paese tutto si domandano sacrifici, il Governo del Ministro Salandra ha trovato un margine per elargire 500mila lirette di gratificazione , agli impiegati dell'alto bordo. Dato e non concesso. che questi onorevolissimi impiegati abbiano avuto a motivo della guerra un superlavoro, il momento per la gratificazione non ci sembra affatto opportuno.

Mentre un decreto luogotenenziale vieta, durante la guerra, qualsiasi aumento o gratificazione agli impiegati comunali, le 500mila lire elargite con sì signorile noncuranza sono un insulto alla logica ed al buon senso.

 

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ANNI 1914 - 1915 - 1916 - 1917 - 1919 - 1921 - 1923

1914-1915

 

 

 

7 novembre 1914

 

Il costo della guerra europea

 

Si può calcolare, in modo approssimativo, che cosa costerà la immane guerra europea.

Un capitano tedesco dello Stato Maggiore, Heuke, dimostra, in un suo studio che il costo giornaliero del soldato tedesco in tempo di guerra «in campo trincerato tedesco» varia da L. 12.50 a 15 sempre che la durata della guerra non sia superiore ad un anno. Ora prendendo come base la cifra stabilita dal capitano Heuke e applicandola ai quantitativi disponibili in guerra dalle potenze belligeranti, si hanno questi risultati molto impressionanti.

 

Spesa in milioni di lire nei due mesi di guerra

 

                                Soldati

Germania               4.600.000       4.140

Austria                   3.700.000       3.330

Totale                                           7.470

 

Francia                   3.500.000       3.210

Inghilterra               1.000.000         900

Russia                     6.000.000       5.400

Belgio                       300.000           270

Serbia                         500.000           390

Montenegro               30.000               26

Totale                                           10.196

 

Totale delle spese 17.666.

 

In due mesi di guerra gli Stati belligeranti hanno dovuto sostenere una spesa di 17 miliardi e 666 milioni di lire, cioè quanto complessivamente costarono le guerre anglo-boera (6 miliardi), la guerra russo-giapponese (10 miliardi) e italo-turca (1 miliardo e 149 milioni).

La cifra forse sarà dieci volte maggiore a guerra finita, dato che gli avvenimenti sembrano prolungarla per qualche mese ancora

 

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22 Maggio 1915

 

Recapiti per la corrispondenza

tra le famiglie ed i militari in servizio.

 

Rione Campoleggio : Farmacia Ciucani e Possenti — Farmacia Lucentini.

Centro : Cartoleria Stabilimento Cooperativo Tipografico — Farmacìa Salvatelli — Farmacia Moschini — Farmacia Bonfiglioli — Cartoleria Desideri — Assicurazioni Venezia Sig.na Adele Maggi — Assicurazioni Verona Sig. Romeo Recanati — Sede Comitato (Palazzo Conte Piccolomini)

Rione S.Francesco: Studio Notarile Conte Edgardo Mancini — Studio Legale Avv. Giuseppe Marozzini.

Rione S. Caterina : Studio Legale Avv. Ludovico Censi — Farmacia Agnozzi.

IL COMITATO Pro « Mobilitazione Civile »

 

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22 maggio 1915

 

Le nuove norme e disposizioni

per il servizio postale

 

In questi giorni è necessario tenere sempre presenti le speciali disposizioni che regolano il servizio postale, e tornerà utile ai nostri lettori, che noi ricordiamo gli avvisi emanati per la circostanza dalla locale Direzione delle Poste e dei Telegrafi.

Anzitutto non dimenticherà certo, per una ragione ovvia a comprendersi, e sentita da tutta la nazione, quanto fu reso pubblico all'inizio della nostra ostilità, e cioè, che sono cessali, con effetto immediato tutti i servizi postali con 1'Austria-Ungheria. Tutti i valori e gli oggetti accettati per 1'impero austro-ungarico saranno restituiti ai mittenti in base alle norme in vigore.

Pure con effetto immediate è stato temporaneamente sospeso il servizio dei pacchi postali. Tale sospensione si estende anche ai pacchi diretti ai militari o spediti da militari.

 

La corrispondenza dei privati

Durante la mobilitazione, e fino a nuovo avviso, le spedizioni dei privali da effettuarsi a mezzo della Posta sono soggette alle seguenti limitazioni:

 

a) Le corrispondenze postali dirette nel regno e nelle colonie italiane debbono essere scritte in lingua italiana o francese.

b) Le corrispondenze postali ovunque dirette. scritte in linguaggio convenzionale, o con cifre o con segni convenzionali, stenografici, ecc. non avranno corso.

c) Nelle lettere ordinarie ed in quelle raccomandate non debbono essere inclusi valori di nessuna specie.

d) Non è ammesso l’invio dei giornali e delle opere periodiche che sogliono essere spediti di seconda mano.

e) E' sospeso temporaneamente il servizio dei pacchi postali.

 

Per quanto riguarda l’invio di assicurate chiuse e suggellate, però circa l’invio di danaro contante, si consiglia l’uso dei vaglia postali, anziché l’invio di lettere assicurate.

 

Per la corrispondenza coi militari.

Dal Ministero delle Poste e dei Telegrafi è stato pubblicato il seguente manifesto per la corrispondenza postale diretta al personale costituente l’esercito e l'armata mobilitati.

Si fa noto che tutta la corrispondenza postale diretta al personale costituente l'esercito mobilitato (ufficiali, truppa e personale civile assimilate), nonché al personale imbarcato sulle regie navi (ufficiali, sottufficiali, graduati e comuni) non deve portare sull’indirizzo l' indicazione della località ove risiede il destinatario, essendo variabilissima tale residenza.

 

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5 Giugno 1915

 

Le nostre rivendicazioni

 

La Lega Nazionale Italiana sostiene che l'Italia deve avere tutto quanto segue:

Venezia Tridentina.

La Venezia Tridentina comprende:

1. II Trentino suddiviso nei capitanati di Trento, Mezzolombardo, Cavalese, Borgo, Primiero, Cles, Tione, Rovereto. Rivo.

2. L'Alto Adige, comprendente i capitanati di Merano, Bolzano, Bressanone, Brunico. Dell'Alto Adige fa parte anche la Valle di Monastero. Essa appartiene alla Svizzera (Cantone dei Grigioni), ed e percorsa dal torrentello Ramo, affluente dell'Adige. Conta 1250 abitanti che parlano il ladino, e che perciò sono italiani; ed ha una superfìcie di 134 chilometri quadrati. Non dovrebbe essere difficile intendersi colla Svizzera per la cessione di quella vallecola, dandole in compenso, alla futura sparizione e spartizione dell'Austria, il Voralberg.

3. L'Altopiave, nome che propongo di dare al capitanato, di Cortina d'Ampezzo, che comprende il distretto giudiziario di Livinallongo (alla testata della valle del Cordevole, nell'Agordino) ed il distretto giudiziario di Ampezzo (alla testata della valle del Boite). Il Cordevole ed il Boite sono affluenti del Piave.

Venezia Giulia.

1. La valle superiore del Fella, lo Kanaltkal dei Tedeschi, dalla Pontebba per Malborghetto a Camporosso ed allo Sella di Camporosso o Passo di Saifnitz o Colle di Tarois.

2. La contea principesca di Gorizia e Gradisca, sulle due sponde dell'Isonzo, sino ai passi di Predil e di Idria.

3. Trieste col suo territorio.

4. II Margraviato d'Istria, compresa la Contea di Pisino, o quelle piccole parti della Carniola che sono al di qua delle Alpi Giulie.

5. Fiume, colla piccola parte del suo territorio ora appartenente alla Croazia.

6. Veglia, Cherso e le altre Isole del Quarnero.

3. La Dalmazia.

Per avere, come di imprescindibile diritto, il dominio pieno e completo dell'Adriatico, l'Italia deve possedere tutta quella parte della Dalmazia che è compatibile coi giusti e rispettabili diritti del futuro grande Regno Serbo Croato. Sarà lasciato alla Croazia tutto il tratto della costa dalmata che va dal fiumicello Eneo (l'antico confine romano, ancora segnato dai resti del vallo) ad est di Fiume, sino al monte Velebìt a nord-est di Zara; e sarà lascialo alla Serbia ed al Montenegro quanto della costa dalmata si estende a sud della Narenta, con Ragusa e Cattaro.

 

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5 Giugno 1915

 

La dimostrazione solenne

di Martedì ai partenti

 

Martedì scorso alle ore 13 e un quarto un gran numero di giovani Fermani doveva partire per il servizio militare dalla stazione di Piazza.

Con pensiero oltremodo gentile e commovente una larga schiera di Signore e Signorine delle nostre Associazioni Cattoliche, seguendo l'esempio di moltissime altre città italiane, vollero salutare i giovani partenti offrendo loro fiori a profusione, sigarette, cioccolata e qualche medaglia religiosa.

Sparsasi la notizia antecedentemente, uno stuolo immenso di cittadini di ogni condizione gremiva il piazzale e fu un alternarsi commovente ma entusiastico di saluti e di evviva.

I giovani che assiepavano quattro interi vagoni sembravano recarsi a festa e non cessavano di ringraziare le gentili offerenti e di gridare agitando fiori e bandiere: viva l'Italia! viva l'Esercito!

Bravi i nostri giovani !, che, avendo dato prova della loro fortezza nel momento del distacco, sapranno senza meno affrontare domani i duri cimenti del campo, nel nome d'Italia! brave lo donne cattoliche di Fermo, che, accompagnate dal plauso della città intera, hanno espresso in una forma così indovinata e gentile il loro saluto augurale.

 

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5 Giugno 1915

A lumi spenti

 

E' sempre rigoroso il divieto di tenere accesi lumi in pubblico e lasciar riflettere dalle finestre o dai negozi i lumi privati. Già si sono elevate varie contravvenzioni. Sappiamo che il Sindaco aveva chiesto restasse accesa ben coperta in alto qualche lampada specie in piazza. Ma l'autorità marittima ha respinto la richiesta. Segno che dobbiamo attenerci rigorosamente a quanto si è prescritto a scanso di sorprese tutt'altro che piacevoli....

 

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5 Giugno 1915

 

Per le maschere di difesa

contro i gas asfissianti.

 

E’ stata aperta, per iniziativa privata, una sottoscrizione allo scopo di concorrere a fornire ai nostri soldati le maschere per difesa contro i gas asfissianti. La sottoscrizione, incominciata da pochissimi giorni, ha già fruttato una discreta somma, incontrando le vive simpatie della cittadinanza che, senza distinzione di partito, ha offerto volenterosa il proprio obolo

La nota degli oblatori è esposta nella Cartoleria Desideri, ove rimarrà fino al 20 corr., giorno in cui si chiude la sottoscrizione: si affrettino perché tutti quelli che sentono vivo l'amor di Patria e vogliono concorrere a salvaguardare la vita dei nostri fratelli dai barbari sistemi di guerra degli Unni del secolo XX, a versare le loro offerte che permetteranno d'inviare al Ministero della Guerra un numero tale di maschere da far vedere che Fermo, nelle nobili gare della carità, vuole sempre essere tra le prime fra le città consorelle.

Al medesimo scopo lavorano 1e Signore della Croce Rossa che hanno capo alla Contessa Ida Vinci e, molte sono le aderenti.

Plaudiamo alla nobile patriottica gara.

 

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10 Luglio 1915

 

Un autentico e modesto valoroso

 

Il soldato Bìccirè Primo di Fermo ha scritto allo zio Luigi Biccirè la seguente lettera che nella sua semplicità rivela un'anima grande:

 

Il giovedi 1 luglio 1915

 

Caro zio

 «Tifesapere che sono ricevuto la tua lettera: dunque tifosapere che sono andato volontario (la mia compagnia di duecento cinquanta persone) io sono stato solo di fare questa sorpresa Al linemico, che sono Andato percirca quindici metri vecino Alle loro trice e, che sono portato dei tubi di ferro lunchi 5 metri e carichi di gelatina esplosiva maperò era un lavoro unpo troppo male, maio senza sentire ilmale o il bene sono andato sotto ireticoloti amettere questi due tubi e poi li abbiamo accesi e sono scoppiati e anno rotto iraticolati perpotere passare lamia compagnia, questo, labbiamo fatto il trenta giugno e abbiamo fatto molti prigionieri e conquesto atto divalore devo ritornare unalicenza e quando torno telofarò sapere cosi verrai aprendermi al la stazione io non o altro da dirti, che qua sono sempre festa delle nostre artiglierie, ricevi tanti saluti affettuosi Saluti dal tuo Nipote

« Biccirè Primo »

 

La cittadinanza Formana sta preparando onoranze per la venuta a Fermo del valoroso giovane, ed all'uopo è stata aperta una sottoscrizione popolare.

 

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24 luglio 1915

 

Per coloro che sono o possono

essere chiamati alle armi

 

II Mlnistero della guerra ci invita a pubblicare quanto segue:

 

Per disposizione di regolamento, notificatasi mediante i manifesti di chiamata, i sottufficiali e i militari di truppa che si presentano alle armi sono autorizzati a conservare oggetti di corredo di loro proprietà privata, in luogo di corrispondenti oggetti militari, purché siano in condizioni da poter prestare buon servizio, con diritto a riceverne un adeguato compenso in denaro.

 

Si consiglia ogni buon cittadino di presentarsi alle armi con un paio di calzature di marcia: (stivaletti allacciati, con gambaletto, usualmente chiamati scarpe alpine) munite di chiodatura; ne ritrarrà il vantaggio di calzare scarpe già bene adattate al piede ed agevolare in pari tempo le operazioni di vestizione presso i depositi rendendole più speditive.

Si consiglia inoltre di presentarsi con un farsetto a maglia di lana pesante, con una correggia da pantaloni e con oggetti di biancheria in buone condizioni. L’ammontare del compenso in denaro sarà subito pagato in misura corrispondente allo stato d’uso dell’oggetto. Per oggetti in ottime condizioni saranno corrisposti i seguenti compensi:

 

Per un paio di calzature di marcia     16.50

Per un farsetto a maglia di lana           5.00

Per ciascuna camicia di tela                 2.00

Per ciascuna camicia di flanella           6.00

Per ciascun paio di mutande di tela     2.00

Per ciascun paio di mutande di lana     4.00

Per ciascun paio di cotone                     0.30

Per ciascun paio, di calze di   lana         1.50

Per ciascun fazzoletto                             0.20

Per una correggia da pantaloni             0.80

 

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14 Agosto 1915

 

IN CITTA'

I nostri prodi caduti sul fronte

 

Tributiamo omaggio rispettoso e grato ai valorosi concittadini, caduti sul campo dell'onore   per la difesa della patria. Alle loro famiglie lenisca il dolore il pensiero di aver dato eroi e martiri per la grandezza d'Italia.

 

Essi sono i soldati : Chioini Luigi di Pietro; Corcaro Giuseppe di Vincenzo; Del Bigio Enrico di Leone; Mattoni Agostino di Filippo; Moreschinì Giuseppe di Pasquale; Paniconi Giuseppe di Vincenzo; Grisi Marino di Giuseppe.

 

Il sottotenente dei Bersaglieri Ciclisti Pedani Oscar figlio del nostro Agente del Demanio cittadino di adozione per i molti anni che qui ha risieduto con la famiglia.

 

Egli era nato il 1893 in Calabritto Prov. di Avellino ed era l'idolo della famiglia per la sua bontà di carattere e per le speranze che dava. Entusiasta della vita militare era un brillante ufficiale bersagliere ed era corso alla guerra con slancio giovanile. Una palla nemica purtroppo lo arrestò sul trionfale cammino colpendolo sulla sua fronte ardita e rimbalzando ferocemente sul cuore del babbo, della mamma, dei fratelli e sorelle.

Il Comandante del Deposito dell' 11 Bersaglieri scriveva così al Sindaco di Fermo :

«Voglia V. S. informare con ogni riguardo la famiglia esprimendo l'affettuosa partecipazione dei Superiori e dei Compagni al suo lutto.

Assicuri che egli vivrà lungamente, sarà ricordo sacro dei bersaglieri che l’ebbero superiore.

I genitori Pedani hanno dato alla Patria quanto avevano di più caro, ma la Patria ha benedetto il loro giovane eroe, e l’11 Bersaglieri ne scriverà il nome sulla più bella pagina della sua gloriosa tradizione »

Alla Famiglia le nostre più vive condoglianze miste ai sentimenti della più alta ammirazione.

 

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14 Agosto 1915

 

Saluti dal fronte

 

Riceviamo la seguente lettera di tre carissimi giovani addetti come telegrafisti al Comando Supremo e volentieri lo pubblichiamo, in atteso di altri graditissimi saluti, che risuonano nel nostro cuore come un grido di battaglia, come un inno di vittoria. Approfittino pure i nostri cari soldati dell'opera nostra. Noi intanto, interpreti dei voti e dei sentimenti di tanti amici e parenti, fervidamente li salutiamo loro beneagurando:

 

« Signor Direttore,

Da qui, ove le lagrime di dolore si sono convertite ora in lagrime di gioia, da queste terre, ove il nome d'Italia si ripercuote dolce e solenne, oggi, che ai poveri oppressi di un giorno, noi abbiamo ridonato la libertà da essi agognata da tanto tempo, ricordiamo con affetto la nostra cara città, alla quale insieme al nostro, inviamo il saluto delle città sorelle ora redente.

La preghiamo, sig. Direttore, per mezzo del suo pregiato giornale rendersi interprete dei più vivi sentimenti di affetto che noi nutriamo per le nostre care famiglie ed amici tutti, ai quali, al grido di Viva l’Italia, Viva il Re, inviamo il nostro saluto.

Nel ringraziarla dell'ospitalità ci abbia obb.mi »

 

SACCHETTI GIOVANNI PARLATONI ARTURO MARINI ROBERTO

Soldati telegrafisti al Comando Supremo

 

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13 Novembre 1915

 

Per lo « Scalda - Rancio »

 

Presso il Comitato Distrettuale di Fermo della « Croce Rossa Italiana » si è iniziata la raccolta dei vecchi giornali per la confezione dello scalda-rancio, prezioso conforto ai nostri valorosi soldati che debbono combattere oltre che contro il nemico, anche contro il crudo inverno.

Tutti i possessori di vecchi giornali inviandoli al predetto Comitato, contribuiranno, senza alcun sacrificio, ad un'opera veramente utile ed umanitaria.

 

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13 Novembre 1915

 

Lettere dalla fronte

 

Ci si favoriscono dalle famiglie e dagli amici alcune lettere loro giunte dai campi di guerra. Sono tutti documenti di eroismo e di bontà. Possiamo pubblicarne solo alcune ed in parte. Ci si mandino quelle che più meritano di essere conosciute e saremo lieti di pubblicarle.

 

Francesco Seta, sottotenente   Reggimento Fanteria 5° compagnia cosi scrive in famiglia.

 

Mamma mia cara, Mi e giunta oggi la cartolina, in cui tu e papà mi incoraggiavate a compiere il mio dovere, e mi davate le vostre benedizioni. Io ho bisogno di sapere che voi state tranquilli sul mio conto e pensate per me. Tutto il mio affetto, tutti i miei pensieri e ricordi sono per la famiglia lontana, ed in questa non lieta vita di trincea, mi mantengo sereno e calmo come sempre, perché so che c’è chi prega per me.....La commemorazione dei morti in trincea! Tanti nostri fratelli caduti in questi giorni, tutti i morti della nostra guerra noi dobbiamo oggi onorare, mentre nelle nostre città, nei nostri paeselli si recano in pii pellegrinaggi ai silenziosi cimiteri per conversare colle anime care dei nostri defunti. In questo santo giorno più nostalgico il desiderio della nostra terra diletta, della famiglia cui ci legano i santi vincoli di sangue e dei ricordi, della mesta città in cui oggi risuona l’inno della fraternità degli uomini e dell’uguaglianza di fronte alla morte. Onore ai moriti per la patria; gloria a loro caduti per il dovere! Mi sento protetto dalle vostre preghiere, dai vostri fervidi voti, e tra lo strepitio della guerra ed il rombo incessante del cannone passa questa vita, che tra i rischi e gli scomodi ha la forza di temprare il carattere dell'uomo. Io sto benissimo e spero sempre cosi. Sono commosso del pensiero di papà, e do a lui e a te unitamente a tutti di casa mille baci di cuore chiedendo da voi la S. Benedizione....

2 novembre 1915.

FRANCESCO

 

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13 Novembre 1915

 

Un mesto ricordo

ed un appello opportuno

del Sottotenente Michele Vecchiotti.

 

Dal fronte, 2 novembre, 1915

In questo giorno cosi sacro ai nostri morti, chi di noi, tanto lontano dai nostri cari, chi non pensa ai cari estinti?

E noi Fermani, oramai pochi in questo glorioso Reggimento ascolano, pensiamo tutti al nostro cimitero monumentale, ove non possiamo recarci come di consueto. Pensiamo a quelli che caddero su queste Itale terre, e che dovettero disertare la tomba familiare.

Gloria ai valorosi estinti !

Noi che da 5 mesi ci troviamo su queste terre redente, noi che abbiamo pugnato incessantemente, dai primissimi giorni di guerra ad oggi, e che abbiamo preso parte alla odierna grande offensiva, ci sentiamo più grandi; a noi sembra di valere assai di più di quelli che giungono ora al fronte, ci pare quasi che i nostri cari ci debbano apprezzare maggiormente.

Già pregustiamo l’accoglienza che ci faranno, quando — speriamo prestissimo — ci concederanno il meritato riposo, e ci invieranno in licenza.

Eravamo parecchi, i Fermani, in questo Reggimento, quando partimmo da Ascoli — Ora la nostra, schiera si va assottigliando. —. Molti sono andati via, leggermente feriti, altri malati, sicché la famiglia nostro ha ridotto le proporzioni, ma non l’affetto.

Della nostra gloriosa Brigata fa parte ora la nobile figura del sottotenente C.te Bino Vitali, addetto al comando. La sua presenza ci è cara, tanto più che ci fa quasi presupporre una certa protezione.

Ricevemmo tempo addietro, molto addietro, visita dei nostri amici, M.se Sassatelli e Bruti, automobilisti, ma ora che da quasi due mesi e mezzo siamo ininterrottamente in primissima linea, riceviamo più frequenti le visite degli austriaci che quelle degli amici.

Ed ora, fo un vivo appello alla nostra cittadinanza, a favore dei bravi soldati delle campagne fermane, dei soldati bisognosi, che tutto gradiscono, tutto accettano di buon grado.

Per essi vorrei fosse tòcco il buon cuore delle Dame Fermane, le quali, ne son certo, faranno del loro meglio per chi soffre quassù.

Ma si ricordino che, per chi espone continuamente la propria vita, non si è mai dato abbastanza.

I grandi comitati accettano tutto poiché da tutto traggono profitto pel soldato. Date tutti impulso allo vostro offerte, mamme, sorelle, spose, accelerate i vostri lavori, ed offrite tutti, indistintamente. Tutti ve ne saremo riconoscenti.

Sottotenente VECCHIOTTI MICHELE

 

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13 novembre 1915

 

Da questa lettera di suo figlio del Cav. Avv. Ludovico Censi sottotenente di artiglieria si apprende, - oltre al suo fervente spirito di patriottismo sulle nevose vette da lui tenute, anche un episodio degno di essere segnalato

 

4 novembre 1915

 

Cara mamma.

Ho avuto ieri la tua.

Lamenti la mancanza di mie notizie; eppure scrivo tutti i giorni. Vi impressionate troppo!

 

D’altra parte la fortuna può risparmiarti in un violentissimo combattimento ed abbandonarti quando te ne stai tranquillo nella baracca.

Le granate arrivano anche quando non è in corso nessun combattimento a seconda dei nervi austriaci.

 

Nel mio settore è morto un caporale di artiglieria; uno dei più puri eroi dell’attuale guerra. E’ caduto mentre in piedi gridava – Savoia, Italia – sulla prima trincea austriaca.

 

Occorreva un manipolo di votati alla morte.

Cinque era il numero stabilito, in trenta si erano offerti. L'ufficiale, che li comandava, cadde subito ferito da una scheggia di granata; il caporale assume il comando.

Taglia in quattro punti i reticolati rimanendo miracolosamente illeso attraverso una scarica rabbiosa di   fucileria; innesta la baionetta e si lancia seguito dai superstiti, follemente eroico, all'assalto gridando: Così muore un artigliere italiano! Gli è stata concessa la medaglia d' oro.

 

Eccoli gli Italiani, mamma: Ma come diversi dal nemico!

Quel caporale, pensa, era padre di quattro figli: aveva scritto la sera innanzi al padre, quasi presagendo il proprio sacrificio, una poesia in dialetto romanesco, che non si può leggere senza piangere.

E’ impossibile rimanere impassibili dinanzi simili eroici drammi per riprendere il cadavere del loro graduato due soldati si sono fatti ammazzare sotto le trincee austriache.

Bisogna viverla un po', questa vita, mamma, per apprezzarla.

 

Avanti, avanti con furore, fino all’ultima goccia di sangue

La nostra Italia non deve essere uno stato Balcanico qualsiasi. Ben io vorrei ricordare una pace gloriosa per noi, pari ai trionfi romani.

Nevica qui, nevica sempre ma il buon umore, come la salute è ottimo.

 

Spero presto riabbracciarvi; abbiti mille affettuosi baci dal tuo

 

LUDOVICO

 

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 27 novembre 1915

 

IN CITTA’

Feriti in guerra

 

Tra i nostri concittadini feriti in questi ultimi giorni devesi contare il valoroso Sottotenente Mori, figlio dell’avv. Benedetto, partito recentemente pieno di entusiasmo, e la ferita alla testa è fortunatamente leggera.

E’ giunta poi ufficiale notizia che è stato ferito il soldato Falchetti.

Trovasi inoltre in questo ospedale il soldato Biccirè Primo festeggiato quando tornò in licenza per aver fatto saltare i reticolati col recarvi i tubi di gelatina sotto il fuoco nemico. Questa volta fu meno fortunato in una medesima operazione poiché venne colpito da dieci proiettili alla fronte ed alle cosce.

Ai bravi giovani auguri di perfetta e pronta guarigione.

 

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4 dicembre 1915

 

IN CITTA’

 

Dai campi di guerra

 

27 novembre 1915

Mentre da vari giorni combattiamo sul Monte Sei Busi per discacciare da quelle insidiose colline il barbaro nemico, inviamo anche tra un colpo e l’altro del nostro pezzo da 75mm, affettuosi saluti a tutti i nostri cari amici di Fermo e tanti baci alle nostre famiglie

Artiglieri Saverio Ciabò, Nazzareno Achilli

 

 

 

1916-1917

1916-1917

5 febbraio 1916

 

 

Barbarie austriaca

 

(Dalle Trincee del Carso)

Durante una, notte di nebbia, un’ardita pattuglia si spingeva verso una casa diroccata, e che si diceva fosse occupata dagli Austriaci.

Favorita dalle condizioni atmosferiche, riusciva ad avvicinare la casa, e vi mandava due soldati.

Uno di essi, fulminato dal piombo nemico, cadeva, all'angolo della casa mentre tentava di aggirarla, per penetrarvi.

Restava così assodato quel che si cercava sapere, che la casa era occupata dagli Austriaci.

Al morto però per il momento, non si poteva pensare, perché, destato l'allarme, era impossibile accostare nuovamente la posizione.

Si attese un'altra nottata di nebbia. Una nuova pattuglia veniva inviata, e riusciva a ricuperare il cadavere che il freddo aveva conservato.

Quale orrendo spettacolo si offriva agli occhi, quale dura prova della civiltà teutonica!

Le occhiaie erano vuote, le sopracciglia mancavano, asportate tagliate certamente con un coltello!

Povero compagno nostro! Poveri occhi tuoi, neri e belli, che non abbiamo potuti rivedere! Caduto eroicamente mentre compivi il tuo dovere, sei stato anche sfregiato, da quei vigliacchi.

E sotto all'occhio destro di quel nostro misero compagno, si vede ancora un foro, evidentemente prodotto da quell’orma accurninata che servì a quei delinquenti per la barbarie senza nome.

E pensare che i nostri soldati, dopo aver raccolti e sepolti dei cadaveri Austriaci, vi hanno ancora posta una croce! Ma non basta, su quella croce vi si legge ancora qualche cosa :

Qui giace un nemico di pugna, amico nella pace eterna.

Di queste croci se ne veggono tante nei nostri piccoli cimiteri irnprovvisati. E la croce posta dai soldati nell'addobbo delle tombe austriache non è certo impari a quelle delle tombe dei nostri valorosi. Di quelle scritte semplici ed eloquenti vergate sempre con mano incerta, se ne veggono parecchie.

II nostro soldato, anche rozzo, sa avere un pensiero gentile.

O teutonico feroce se la tua coscienza nulla ti dice quando compi simili misfatti, rammenta che v’è un Dio il quale saprà giustamente punirti per le tue cosi inique azioni.

A documentazione di quanto sopra, il sottoscritto ha eseguito fotografie che verranno consegnate all’autorità superiore per i regolari rapporti.

 

E ci rivedremo alla liquidazione dei conti.

30 gennaio 1916.

Sottotenente Michele Vecchiotti

 

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5 Febbraio 1916

 

Lavorazione indumenti militari

 

Ultimata dai nostri operai la confezione delle 400 giubbe di panno grigioverde ed effettuatane dal Comitato di Mobilitazione la riconsegna al Comando del 17° Fanteria, questo ha concesso subito altri lavori consistenti in 260 giubbe e 400 pantaloni di tela.

Se, come si spera, questi lavori non verranno a mancare si può considerare risoluto, almeno in parte, il problema della disoccupazione in una categoria di cittadini; e di ciò, oltre che alle autorita politiche e militari, dobbiamo esser grati al Capo-sarto del 17° Fanteria signor Alfredo Vecci; il quale nella distribuzione dei lavori predetti, ha sempre usato speciali riguardi verso la nostra Fermo.

Anche la lavorazione degli indumenti di lana prosegue quasi ininterrotta, mercè l'interessamento costante del Sotto Prefetto, Cav. Bucci e mercè l’attività dell'apposito Comitato; e molte famiglie traggono da essa considerevole lucro.

 

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26 Febbraio 1916

 

La medaglia ad un valorosa caduto

 

E' stata concessa la medaglia d'argento a Pedani Oscar, sottotenente XI bersaglieri ciclisti, caduto gloriosamente sul campo dell'onore nell' inizio della nostra guerra.

La motivazione della decretata onorificenza sovrana è la seguente :

« Mirabile esempio di ardore e slancio, infuse nel suo plotone vigore e sprezzo del pericolo e lo condusse all'assalto di una difficile posizione sotto violentissimo fuoco, cadendo colpilo a morte appena giunto sulla tanto contrastata vetta. Monte S. Michele del Carso, 20 luglio 1015 ».

 

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22 aprile 1916

IN CITTA’

Saluti dal fronte

 

14 aprile 1916

 

Dal Sei Busi, gli artiglieri Fermani di una batteria avanzata da campagna superbi di combattere per la maggiore grandezza d’Italia, inviano baci alle loro famiglie e saluti affettuosi a tutti gli amici e conoscenti.

 

Caporale Nasini Giuseppe

Caporale Ciabò saverio

Soldato Achilli Nazzareno

 

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24 Aprile 1916

 

Un Cittadino valoroso

 

Il comandante il ..... Corpo d'Armala il 27 marzo dopo gli aspri combattimenti

del ..... emanava il seguente ordine del giorno:

 

«Tributo l'encomio solenne, da iscriversi nelle carte personali, al Capitano Strinali Sig. Arturo di Fermo. Motivazione - Conduceva con ardimento la compagnia all'assalto, riprendendo una trincea momentaneamente occupata dal nemico. 27 marzo 1916».

 

Rallegramenti ed auguri al bravo capitano e congratulazioni alla sua famiglia.

 

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27 maggio 1916

 

 

Saluti dal fronte

 

20.5.1916

lo sottoscritto, unito a tanti miei compaesani e compagni appartenente ai Fucilieri della ….. i quali all’entrata in campagna hanno riempito di gesta gloriose il diario della guerra che da un anno si combatte sulle rupi del Carso, non possiamo trattenerci dal mandare un fervido saluto alle nostra belle Marche specie alle terre fermane dai lussuriosi piani e dalle verdeggianti colline.

Noi tutti abbiamo saputo e sapremo compiere il nostro dovere per debellare il vecchio nemico l'austriaco, onde pagarlo dalle barbare incursioni aggressive.

Vada il nostro più fervido saluto alle nostre famiglie ed a quelle che hanno i loro cari su questi campi di onore. Sia loro di conforto la speranza di una prossima e vittoriosa pace che tutti ci riunisca nell’abbraccio degli affetti domestici alteri di aver dato il valido aiuto per la grandezza e la sicurezza della Patria. Salutandola e ringraziandola a nome de' miei compagni, mi protesto

Dev.mo Servo

Caporale DIODORI ANGELO

 

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17 Giugno 1916

 

Un altro Eroe

 

Giunge notizia che negli ultimi combattimenti avvenuti al nostro fronte è caduto eroicamente il corte Tenente Attilio Bernetti mentre compiva il sacro dovere con i valorosi Granatieri di Sardegna.

Era nato a Firenze ed era figlio del fu Conte Luigi.

La sua fine gloriosa sia di ammirazione e di esempio imperituri.

Alle famiglie dei Conti Bernetti, ed in particolare modo al Comm. Tommaso ed al Conte tenente Cav. Francesco, le nostre più vive condoglianze.

 

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24 Giugno 1916

 

Dai campi di guerra

 

Il Chierico studente di Teologia nel nostro Seminario Interdiocesano Fortunati Luigi Sottotenente, già ferito nello scorso autunno, scrive con questo linguaggio da valoroso al Rettore Nogara:

 

Rev.ndo Sìg. Rettore,

 

14 giugno 1916

 

Mi scuserà se non ho scritto prima. È parecchio tempo che la guerra tiene assorbite tutte le facoltà nostre. L' azione sul monte Cencio, che certo avrai letto, è stata quello che ha onorato il mio reggimento e in ispecie il mio battaglione. La assicuro, che mai, come quel,giorno, ho visto un nemico così numeroso, che veniva alle nostre linee all'assalto coi plotoni in ordine chiuso; mai ho visto malvagità di cuore inferiore a quella dell’austriaco che inveiva contro i poveri feriti, mai ho visto una strage procurala dal nostro fuoco come quella del giorno 3; mai ho visto tradimenti simili, poiché il nemico non si vergognò di vestirsi con le nostre stesse divise e gridare viva l'Italia, perché cessassimo il fuoco.

Ora conosco come i tedeschi sono barbari, ancora abbiamo in animo di vendicare i nostri fratelli, cinque miei colleghi morti, due dei quali passati a fil di baionetta dopo esser stati feriti.

Addio ; ossequi, mi benedica Luigi Fortunati

 

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24 Giugno 1916

 

Per gli indumenti militari

 

Uno commissione di sarti cittadini si è recata dal Sindaco per interessarlo che il Comitato di Mobilitazione Civile, così benemerito degli operai nel procurare lavoro con la confezione di indumenti militari, in una prossima distribuzione di lavoro faccia tutto il possibile per ammettere altri gruppi di sarti in guisa che tutti a turno possano godere del beneficio. Facciamo voti che l'equa proposta sia bene accolta perché tutti abbiano ad essere presi in benevola considerazione.

 

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1 Luglio 1916

 

Promozione per merito di guerra

 

Apprendiamo col massimo piacere che, con circolare in data 9 corrente mese da leggersi a tutta la truppa, il Sergente Passamonti Adriano, figlio del Cav. Francesco Passamonti Sindaco di Rapagnano e nostro caro amico, ha avuto la nomina a Sergente Maggiore « per merito di guerra » con la seguente motivazione :

« II sergente Passamonti Adriano nato a Rapagnano (Ascoli Piceno) del 3. Regg. Art. Campagna al N. 1095 di matricola, classe 1891) promosso Sergente Maggiore per merito di guerra, a data del 1 Giugno 1916. » Motivazione. « Addetto ad un' osservatorio di Corpo d'armata, dette continua prova d'intelligenza, attività, coraggio ed abnegazione e disimpegnò con calma e serenità il proprio dovere anche sotto aggiustato fuoco nemico ».

 

Ci rallegriamo vivissimamente col bravo giovane, che appartiene alle nostra associazioni cattoliche e lo additiamo ad esempio, come riprova luminosa di ciò che sa ispirare il sentimento d'amor patrio sposato a Fede viva ed ardente.

 

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2 settembre 1916

 

Sul campo dell’onore

 

Il 14 agosto, mentre combatteva eroicamente per la grandezza d’Italia, cadeva sul campo dell'onore. nel fiore dei suoi venti anni, Alessandro Fratalocchi, sottotenente nel .... Regg. Fanteria.

Giovane dotato di eletto ingegno e di squisiti sentimenti d'animo, studiava con brillante successo al Politecnico di Torino, quando la Patria lo chiamò; ed egli partì gagliardo e fidente nella vittoria finale delle armi nostre.

La notizia della sua eroica fine ha prodotto in quanti lo conoscevano la più viva commozione: e noi ai desolati genitori e parenti tutti facciamo le nostre cordiali e sentite condoglianze.

 

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14 Ottobre 1916

 

Come mori il Sottotenente

Alessandro Fratalocchi

 

 A tributo di riconoscenza per l’eroico giovine, ad orgoglio dei suoi e ad incitamento per gli altri pubblichiamo quanto il Comandante del 1° Battaglione nel 229° Fanteria, colonnello Boinaghi, ha scritto alla famiglia sulla morte eroica del sottotenente A. Fratalocchi:

« Sulla giornata del 14 agosto il Battaglione ebbe l'ordine di avanzare; Fratalocchi balzò dalle trincee del Vertojba in testa al suo plotone.

Giunto alla trincea nemica una pallottola lo colpì alla parete temporale destra; cadde e conservò piena coscienza per pochi minuti, tempo sufficiente per rivolgere parole incoraggianti a coloro (2 soldati ed il Caporal-maggiore) che cercavano di aiutarlo. A questi egli stesso impose di proseguire.

 

Nel ritorno precipitoso verso l’antica trincea, i medesimi rividero il povero Fratalocchi; aveva cessato di vivere ed un fiotto di sangue nerastro usciva dalla profonda ferita alla tempia. II terreno dove giaceva fu momentaneamente rioccupato dagli Austriaci e nulla più sanno dir dell'eroico tenente.

 

Probabilmente fu sepolto dai nemici.

Nessun oggetto personale fu possibile riavere; così pure i denari (L. 700 circa) che aveva destinato per i soldati del suo plotone in caso di morte sua sul campo.

A me che ebbi l’alto onore di averlo fra i miei baldi ufficiali, sia permesso esprimere le più vive condoglianze alla Famiglia; e all’Italia l’augurio che di tali figli eroici non cessi la stirpe né per barbare stragi, né per volgere di secoli ».

f.to BOINAGHI ».

 

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8 Settembre 1916

 

Sul campo dell'onore

 

E' giunta notizia alla famiglia che il 15 dello scorso mese, sul campo della gloria, oltre Gorizia, vendendo cara la venticinquenne vita al barbaro nemico, colpito a morte, la consacrava con onore alla Patria, Manlio Basili tenente nel.... Reggimento fanteria.

Non appena compiuti gli studi in questo R.Istituto Industriale era partito per soddisfare il servizio delle armi.

L'attuale nostra guerra, alla quale aveva partecipato con entusiasmo fino dall'inizio, lo aveva trovato sottotenente nell'arma di fanteria, pieno di volontà e di fede nei destini della patria. Nell'agosto del 1915 era rimasto ferito sul Carso e la sua eroica condotta gli aveva procurata la promozione a tenente effettivo per merito di guerra. Appena compiuta la convalescenza era ritornato di nuovo al suo posto, e seguitando valorosamente nel servizio affidatogli era vicino ad essere promosso capitano.

Il tenente Basili era universalmente amato in Città per le sue rare doti di mente e di cuore e la notizia della sua morte ha suscitato in tutti il più vivo compianto.

 

Il 14 dello scorso agosto cadeva gloriosamente per la patria il soldato Concetti Giuseppe di Gaetano, del... Reggimento Fanteria. Ai valorosi caduti gloria e pace!

 

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7 ottobre 1916

 

Caduti sul campo

 

Colpito da bomba a mano, a pochi metri dalle trincee austriache in un vallone presso Gorizia mentre raggiungeva la posizione alla testa delle sue batterie, cadeva mortalmente ferito il giovane Capitano d'Artiglieria

 

ALFREDO CARINI

 

Comandante del 3' Gruppo someggiato

Nei pressi il Generate medico Bonomo prontamente tentava l’estrazione del proiettile, ma invano: l’eroico giovane in un ospedaletto da campo spirava serenamente il 29 dello scorso settembre fra le braccia della sorella dama di soccorso Croce Rossa, lieto di dare la vita per la immanchevole grandezza della Patria .

Un ardente desiderio della vita militare lo aveva irresistibilmente sedotto fino a quando percorreva i corsi della sezione fisico-matematica nell' Istituto tecnico e compiutili era subito entrato a frequentare la Regia Accademia Militare di Torino nella Scuola d’applicazione ed aveva dimostrato ancor meglio tutta la sua vocazione ed il suo amore intenso per la camera delle armi. Ufficiale colto e studioso, ben presto si era distinto e le sue non poche elette qualità lo rendevano sempre carissimo ai superiori, ai colleghi, ai soldati.

Aveva partecipato alla nostra guerra fino dal principio, incaricato talvolta di missioni di grande rilievo, e mai l’entusiasmo lo aveva abbandonato, fermamente convinto dalla quotidiana visione delle nostre gesta, di un magnifico trionfo per la Nazione Italiana.

A Fermo egli era conosciuto, ed amato, stimato, perché, venuto qui fin da giovanetto colla sua famiglia aveva fatto della nostra città la seconda patria.

La cittadinanza partecipa quindi unanime commossa ed orgogliosa a questo lutto

 

Noi esprimiamo, poi, singolarmente i sentimenti del nostro vivissimo cordoglio al venerando suo padre, l’illustre cavaliere Professor Cesare Carini, esempio mirabile di animo forte, provato patriota, che sui campi di S. Martino e di Custoza combattè gloriosamente contro lo stesso nemico di oggi ; ed a tutti i parenti che ne piangono orgogliosi la perdita.

 

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21 Ottobre 1916

 

 Altro concittadino

caduto sul campo dell'onore

 

E’ il giovane Tomassini Francesco del fu Lorenzo e di Maddalena Rossi, nato a Fermo il 12 maggio 1890.

Era militare da cinque anni ed aveva combattuto in Libia, rimanendo in quelle terre per due anni.

Venne poi richiamato alcuni mesi prima che si dichiarasse la guerra tra l'Italia e l'Austria e si trovò al fronte, all'inizio della guerra stessa, rimanendo ferito due volte in vari combattimenti nei pressi dell'Isonzo.

Da pochi mesi era passalo nella Sezione mitragliatrici, ove, dal Comando del suo Reggimento Fanteria, fu appresa la notizia della morte all'ambulanza chirurgica per ferita riportata in combattimento per fatto di guerra il 30 settembre 1916.

Mentre al giovane eroe tributiamo il nostro omaggio e preghiamo da Dio la corona eternale, facciamo le più vive condoglianze ai parenti e in modo particolare alla povera madre, che, dopo aver visto partire tutti e quattro i suoi figli per la guerra, dopo aver appreso nel maggio la notizia dell'ultimo fatto prigioniero, apprende ora l’altra ferale della morte del suo Francesco, che pure il giorno innanzi al combattimento ed alla morte le aveva scritto di star bene, salutandola e baciandola

 

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11 Novembre 1916

 

Concittadini valorosi

 

La cittadinanza ha con vivo piacere appreso la distinzione meritata da due valorosi combattenti concittadini Essi sono: Montanini Luigi, aspirante ufficiale di complemento in un reggimento di fanteria. E' stato decorato con medaglia di bronzo perché con calma esemplare sotto intenso fuoco di fucileria ed artiglieria nemica manteneva salda la compagnia del suo plotone che aveva già subito sensibili perdite durante quindici ore di combattimento; a sera, pochi minuti prima dell'attacco finale, essendosi spinto alla destra della compagnia, ove nuclei nemici si addensavano, cadeva ferito.

Naso di Podgora. 27 marzo 1916.

 

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  10 Febbraio 1917

 

Medaglia d'argento ad un valoroso

 

II nostro concittadino Arturo Strinati Capitano di fanteria che partecipo alla presa di Gorizia è stato decoralo di medaglia d’ argento con la seguente motivazione:

 

Conduceva eroicamente la propria compagnia oltre le posizioni nemiche difese da un violento fuoco mitragliatrici e di fucileria, e dopo aver raggiunto tra i primi l’Isonzo ed ivi predisposto le prime difese della sponda destra, veniva ferito

 Grafenberg, 6 agosto 1916.

Vivissimi rallegramenti.

 

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10 Febbraio 1917

 

Medaglia al valore

 

Il Capitano Carini Arturo dei Cavalleggeri di Vicenza figlio dell’egregio prof, cav. Cesare Carini, in questi giorni decorato della medaglia d'argento al valore con la seguente motivazione:

 

Aiutante di campo della brigata Cuneo. coadiuvava efficacemente il suo comandante, mantenendo sotto il fuoco nemico i collegamenti, guidando i rincalzi sino sulla linea del fuoco, riunendo e conducendo al combattimento i dispersi. Caduto ferito il comandante della brigata, provvedeva immediatamente perché non vi fosse discontinuità nell’azione del comando, ed accompagnava i reggimenti nel passaggio dell’Isonzo.

Grafemberg. 6-8 agosto 1916

 

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18 Agosto 1917

 

La medaglia d' argento al Capitano Federici

 

II giorno 4 corr. mese nel piazzale del Girfalco il Maggior Generale Selvaggio, dopo patriottiche parole, consegnò la medaglia d'argento al valore al Cap. Rodolfo Federici ferito sul M. Cimon nell'agosto del 1916. Dopo il Maggior Generale Selvaggio parlò il nostro Sindaco Cav. Uff. Ciccolungo il quale dopo aver rivolto nobili parole d'elogio al Federici, colse l'occasione per commemorare i concittadini caduti.

Alla bella e commovente cerimonia erano presenti molti Ufficiali, le Autorità civili, soldati e cittadini.

 

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22 agosto 1917

 

Un altro prode Cappellano di Fermo

 

Il nostro carissimo amico D. Quirico Lupacchini professore nel nostro Seminario e ora cappellano al 235° Regg. di Fanteria ha avuto la medaglia di bronzo con la seguente motivazione :

Cappellano militare in un reggimento di Fanteria compiva serenamente e infaticabilmente la sua missione ricuperando sotto violenti tiri avversari numerose salme di ufficiali e di soldati, soccorrendo e confortando i feriti (Carso, Dolina dell'Avvoltoio, 19-22 Agosto 1917) ».

Oltre alla medaglia, a di 9 Giugno con brevetto N. 350 gli è stata concessa la Croce per merito di guerra per la seguente motivazione :

Per lodevole contegno tenuto nel combattimento di Selo e pel modo encomiabile con cui ha esercitato per un anno intero la sua missione altamente morale e patriottica fra le truppe in prima linea ».

Al bravo e prode cappellano che insieme a tanti altri amici tiene alto l’onore del clero della nostra Archidiocesi l’ammirazione e l'augurio fervidissimo di tutti gli amici

 

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1 settembre 1917

 

L’On. Falconi ferito sull’Isonzo

 

Giunge notizia dalla fronte che 1' onorevole Gaetano Falconi, capitano volontario di un valoroso reggimento di fanteria che ha preso parte alle grandi battaglie in corso sull' Isonzo, il giorno 22 rimaneva colpito alla testa da un proiettile nemico ed ora trovasi ricoverato in un ospedaletto da campo. Da quanto ci viene riferito si tratta di ferita non grave.

All'illustre concittadino che ha dato il nobile esempio di pagar di persona la sua fede nella guerra i più fervidi auguri.

 

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22 settembre 1917

 

Caduti per la Patria

 

In un assalto per la conquista di una posizione difficile nell’Altipiano di Bainsizza il 27 agosto si spegneva la fiorente giovinezza di ALDO GHEIS. «Venne colto da pallottole di mitragliatrice in varie parti del corpo e alla testa e morì quasi subito, cioè dopo aver fatto pochi respiri, senza pronunziar parola ». Cosi ne dava notizia il Cappellano del Reggimento don Renato Ghelli

 

Il Cappellano stesso diede all’eroico giovane religiosa sepoltura presso le case di Sceferisce oltre Sveto; e dopo comunicata la dolorosa notizia chiudeva la sua lettera con queste parole: « La prego a porgere alla famiglia le mie più sentite condoglianze, dicendo loro che l’ho rappresentati io dando al caro ALDO mille baci per i suoi ».

II più bell'elogio che si possa fare dell'estinto e la lettera seguente che il Sindaco di Fermo subito appresa la notizia inviava al padre di lui signor Cesare Gheis:

18 Settembre 1917 Apprendo dai pubblici manifesti la notizia dell' eroica morte di Aldo Gheis, caduto in difesa della Patria, nel fiore di sua giovinezza. Al lutto del padre e della famiglia, io mi unisco con animo costernato, sopratutto perché raramente mi fu dato di apprezzare tanta gentilezza di costume e tanta elevatezza di sentimenti in persone che pur essendo vissute nella modestia e nella oscurità, hanno ben meritato, con il lavoro e con l'esercizio di ogni virtù, la stima e la benevolenza dell'intera cittadinanza.

Alla mamma di chi cadde per una causa nobile e santa, invio l’omaggio della mia ammirazione del mio affetto non perituro.

f. NICOLA ClCCOLUNGO - Sindaco di Fermo

Noi ci uniamo al lutto della desolata famiglia e particolarmente dei genitori, e de' due fratelli Pierino, Sergente deila C.R.I. di servizio in città e Galliano che trovasi al fronte e a tutti esprimiamo le nostre sentitissime condoglianze.

 

 §§§§§

 

 

7 ottobre 1916

 

Nell'albo di onore, dove brillano, circonfusi di gloria, i nomi degli illustri figli di questa nostra Città, caduti da valorosi in faccia al nemico, imporporando del loro sangue vermiglio il suolo sacro di quelle terre, che festanti tornano all’ombra della madre patria, un altro nome va ad aggiungersi, quello dell'lngegnere.

 

DOMENICO ALESSANDRINI

SOTTOTENENTE DEI BERSAGLIERI

 

caduto anch’esso sul Carso da prode valoroso soldato, mentre conduceva all'assalto di una trincea nemica gli uomini che erano alla sua dipendenza, i quali, spronati più che del comando, dal coraggioso esempio del giovano ufficiale, seppero compiere atti di eroico valore. Il suo Tenente Sig. Franco Pirola, scrivendo alla famiglia per prepararla alla notizia della perdita dolorosa cosi si esprime: «Era partito quasi ultimo per l’assalto; giunse nella trincea avversaria primo al mio fianco, tale fu il suo slancio eroico… lo ebbi vicino parecchio tempo calmo, sereno, cosciente; era coraggio puro il suo..; dei migliori ; lo consigliai, gli fissai il compito, lo vidi mettersi di nuovo all’opera e cinque minuti più tardi mi s'informava che era stato colpito. Corsi per raccoglierlo sperandolo ferito... non mi fu possibile!!! Ho presentato per lui proposta di ricompensa per medaglia al valore militare. Questo bravo giovane parlando con gli amici della probabilità della sua morte soleva dire contento. -La Patria ci ricordera! »

 Giovane di belle speranze, come appalesò nell'Universita di Zurigo, dove conseguì la laurea d'ingegneria industriale, formava la consolazione e l’orgoglio della sua famiglia, lasciando presagire un avvenire bello e radioso. Chiamato a posto lucrosissimo a Lione, preferì tornare in patria pel servizio militare. La sua perdita, nel fiore di aitante giovinezza, apre un vuoto nel cuore della famiglia e di quanti lo amavano e lo stimavano per la sua bontà e i suoi modi cortesemente gentili, che non si calmerà si presto; solo potrà avere un conforto nel pensiero che il compianto Domenico profuse la propria vita sacrificandola all'amore della patria, che di tali generosi figli altamente si onora.

Nel porgere alla desolata famiglia le espressioni più vive del nostro rimpianto per tanta perdita, rendiamo il doveroso tributo di lode e di onore alla indimenticabile cara memoria del valoroso Caduto, ammirati del suo esempio, edificati delle sue belle virtù.

Fermo 6 Ottobre 1916.

Dante Biagetti


Dopo l'assalto si contano i vivi e si chiamano i morti

Fermo, Biblioteca Civica "Romolo Spezioli"

PROCLAMI

dall'Album ricordo della guerra italiana

a cura della SAC Ciechi di guerra di Villa Felicetti - Roma 1923

BIBLIOTECA CIVICA "ROMOLO SPEZIOLI" FERMO - Fondo Grande Guerra

Propaganda

Il volo su Vienna del 9 agosto 1918 fu una trasvolata compiuta da 11 Ansaldo S.V.A. dell'87ª Squadriglia Aeroplani, detta la Serenissima. Dieci erano monoposto, tra S.V.A.5 e S.V.A.9, pilotati da Antonio Locatelli, Girolamo Allegri detto fra' Ginepro, Lodovico Censi, Aldo Finzi, Pietro Massoni, Giordano Bruno Granzarolo, Giuseppe Sarti, Francesco Ferrarin, Masprone e Contratti; l'ultimo era un biposto S.V.A.10 pilotato dal Capitano Natale Palli. Gabriele d'Annunzio, comandante della Squadra Aerea S. Marco, era nell'abitacolo anteriore; con loro Garibaldo Marussi, di nove anni, figlio di Nino Marussi, scultore fiumano, amico di Gabriele d'Annunzio. Lanciarono 350.000 copie di un manifestino tradotto anche in tedesco.

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BIBLIOGRAFIA E FONTI

 

 

Ascoli Piceno - Fermo, Archivi di Stato, Registri di Leva, Rubriche Matricolari, Ruoli Matricolari, Fogli Matricolari;

 Fermo, Biblioteca Civica "Romolo Spezioli"

Albo d'Oro dei Caduti nella Guerra Nazionale 1915-1918, vol.XIII Marche, Roma 1927; Fondo Grande Guerra;

 Provincia di Fermo, Archivi Storici dei Comuni;

 www.difesa.it - Albo d'Oro dei Caduti e Dispersi della 1ª Guerra Mondiale;

 

 

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